Avremmo voluto iniziare quest’articolo con notizie bellissime al limite della felicità celestiale, credendo, in buona fede, che con tre candidati neritini al consiglio regionale, saremmo stati capaci, visto il profilo politico dei nostri amati cittadini, di spuntarla avendo a disposizione un contenitore elettorale di circa 19.000 votanti.

Ma come volevasi dimostrare tra il dire e il fare è accaduto il contrario, ad esclusione dell’ottimo lavoro del candidato pentastellato e del suo staff in ambito provinciale e regionale, favoreggiati dal notevole astensionismo dal voto di protesta e anche dal risultato ottenuto nella campagna elettorale alle europee, ha potuto mettere una pezza alla “Caporetto” neritina.

Un dato salta agli occhi di noi cittadini, cioè quell’abitudine di guardare con invidia il prossimo al limite della morbosità, realtà ben diverse dalle nostre, credendo da beoni patentati alle promesse elettorali che hanno sempre un comun denominatore: sono specchio per le allodole o meglio per allocchi? In gran quantità da queste parti.

Inoltre è di altra analisi il mancato traguardo di due figure “storiche” neretine : Frasca e Falangone.

Il primo, protagonista di un ennesima fumata grigia , non fa presagire nulla di buono se passa da un consenso cittadino elevatissimo ad uno stentato, ma considerevole di 2400 voti, che ci fa capire come in questo periodo la popolarità non sia di casa, tra chi è penalizzato da una legge elettorale sostenuta dal suo stesso gruppo politico, rendendo vana ogni ambizione personale.

Dalle recenti vicissitudini viene da pensare che sia finito il periodo politico di Frasca, reduce oramai di mancati traguardi che non lasciano margini di manovra nel credere che il suo attuale riferimento politico fittiano, sia sufficiente per garantire un minimo sindacale in future candidature.

Per quanto concerne il vice sindaco Falangone, socialista della prima ora , candidato nei ranghi ridimensionati di Sel, ha pagato lo scotto dell’accentuata impopolarità, che il governo uscente di Vendola ha seminato in questi ultimi cinque anni.

Non sono bastati nuovi loghi, nuove facce,nuove promesse per far dimenticare i mali che abbiamo subito in questa città e che ancora oggi stiamo subendo .

Non sono bastate le vie trasversali del suo impegno sociale, il consenso avuto in ambito scolastico, di persona perbene, per ottenere un consenso sufficiente da essere eletto al consiglio regionale.

Inoltre è da considerarsi sterile la presunta diatriba, avuta con i suoi compagni di maggioranza a palazzo Personè, per il mancato appoggio; ma forse il nostro attuale vice sindaco dimentica che per natura, noi cittadini neretini siamo prodighi a sostenere cause perse con persone non rappresentanti il nostro paese, piuttosto che sostenere una persona che avrebbe avvalorato l’importanza del nostro territorio. Inutile aspettarsi delle dimissioni a breve, perché come al solito non ci saranno, in quanto non ci sono eroi in questo “libro”.

Infine fanno sorridere le esternazioni eccessivamente propositive di chi, rivestendo abiti non suoi, pretende di fare politica “365 giorni l’anno”, soprattutto considerando i risultati estrapolati da queste ultime elezioni, avendo ottenuto un consenso che se espresso in percentuale lo stesso zero si rifiuterebbe di documentare, con la sua figura il risultato “ridicolo” nonostante tanto “sforzo” nel mietere consensi.

Fatta salva la figura del coordinatore, stendiamo un velo pietoso sui risultati ridicoli di fazioni pseudo autorevoli, che sostenendo nomi ormai blasonati della politica leccese, avevano promesso lealtà e “impegno civile” nel sostenere con il loro millantato credito di votanti, risultati degni di questa città, ottenendo 230 voti che sono ancora più ridicoli di 718.

Quindi c’è seriamente da chiedersi se questi “rispettabilissimi”cittadini siano seri o siano consapevolmente su scherzi a parte !