In linea generale ogni persona è libera di interpretare fatti, progetti, avvenimenti come meglio gli aggrada.

 

E così un bicchiere mezzo pieno può anche essere interpretato come mezzo vuoto. Anche l’amministrazione comunale ha un modo tutto suo di interpretare le questioni e gli avvenimenti, restando fuori dalla storia e dalla realtà.

La messa in sicurezza della discarica, la riforma della rete ospedaliera, la condotta sottomarina, la zona ZTL del Centro storico sono: 4 situazioni, 4 importanti avvenimenti, 4 grossi massi che pesano sullo sviluppo della collettività, la cui soluzione può costituire una svolta significativa sul piano sociale, occupazionale, sanitario e ambientale o tutto il suo contrario.

Mentre queste grosse realtà sono lì ferme, inchiodate, statiche, erose dal tempo e dall’ignavia gli amministratori si cincischiano a farfugliare di Porto turistico (non si sa dove farlo e per quale modello sociale, resta un’idea ballerina!), di Piscina (incollocabile poiché esistono già diversi progetti di privati e dello stesso Comune presentato all’Amministrazione provinciale), di Centro sportivo (presso l’ ex Istituto Professionale Agrario in alternativa a quello di Mondonuovo), di bonificare Castellino (il tempo passa fra il rispetto della concessione, accettare le ecoballe o sperare in un miracolo della natura).

Le decisioni mai! Solo enunciazioni di paroloni e via!

In queste tormentose elucubrazioni e annunci si decide di non decidere, ossia non si viene a capo di nulla e non si assumono le consequenziali responsabilità morali, politiche e amministrative.

Macchinose e scontate in partenza le questioni relative all’ospedale e alla condotta sottomarina! La fine delle due realtà era già segnata sin dall’inizio!

Per entrambe, infatti, l’Amministrazione ha tergiversato tanto per poi all’ultimo istante trovarsi nelle condizioni di bere o di affogare.

Le proposte migliorative al progetto non sono mancate:

dalla modifica del percorso al coinvolgimento del Consorzio dell’Arneo e dell’ARIF, dal potenziamento del depuratore di Nardò all’uso irriguo delle acque, alla realizzazione di un impianto duale, potabile e non potabile, da utilizzare socialmente ed economicamente da cittadini e istituzioni.

Si è fatto, ingenuamente, il gioco degli Enti forti lasciando il problema nelle mani di Vendola, dell’AQP e dell’Assessorato ai LL.PP.

Una Amministrazione previdente ed efficiente avrebbe trovato i modi e termini di intervenire positivamente modificando il progetto, evitando quei guasti sociali, ambientali e sanitari che sono sotto gli occhi di tutti.

L’attuale coalizione bulgara non ha istituito relazioni efficienti con nessuno, né con gli amministratori della Regione, né con i propri partiti o movimenti. L’Amministrazione comunale è isolata e non tenuta in conto malgrado i vanti della vigilia elettorale. Su queste problematiche sicuramente di portata storica se non ci fossero state le Associazioni ambientaliste, il Centro studi “don Milani”, l’Associazione “Spes civium”, la Consulta dell’ambiente e i vari Movimenti ad attenzionare l’opinione pubblica su quanto si stava perpetrando a danno della sanità pubblica neretina e della sua costa, l’amministrazione non avrebbe mai votato all’unanimità la delibera contro la condotta sottomarina.

Eppure i suggerimenti per intervenire sulla chiusura dell’ospedale e modificare il progetto dell’AQP sono stati avanzati da più parti.

Al Sindaco addirittura gli è stato proposto di mettersi a capo dei Sindaci dell’arco Ionico per evitare il proliferarsi delle condotte sottomarine (vedasi Gallipoli, Nardò, Avetrana, Manduria ecc.) e vanificare lo sciagurato rovinoso progetto costiero.

In entrambi i casi l’Amministrazione, bontà sua, ha ottenuto un Protocollo d’intesa, che porta a casa un pugno di mosche per l’Ospedale e tante buone intenzioni per la condotta sottomarina (“de iure condendo”).

Non realizzato l’ospedale né realizzabile più (addio sogni!).

Vendola non c’è come non c’è più la vecchia amministrazione regionale!

Identico protocollo per la condotta sottomarina con l’aggravante dei finanziamenti che sono da ricercare e da rinvenire, né il “do ut des”, frutto di trattativa con la Regione Puglia, è una contro partita reale, una elargizione o concessione al popolo di Nardò, in quanto la stessa Regione è obbligata, indipendentemente dal collettamento fognario con Porto Cesareo, onde evitare altre infrazioni comunitarie, ad intervenire per sanificare la costa ed il territorio neretini.

Qualcuno ha definito i termini del Protocollo un “evento di portata storica”, innovativo e mirabolante? Che c’è di innovazione e di storico? Dove sta l’epocalità dell’intesa: nell’accettare le imposizioni dell’AQP con la sua superata, obsoleta condotta sottomarina che riempirà il mare con i reflui o vedere la costa ionica cancellata dai flussi turistici ed economici?

La condotta sottomarina rappresenta solamente gli interessi di Porto Cesareo e i suoi collegamenti politico-amministrativi. Nardò è un server!

Nardò non ha alcuna voce in capitolo, l’Amministrazione è “pavida e insipiente” (Leuzzi), non sa sostenere la propria delibera votata all’unanimità, non sa insistere sulla “dualità delle condotte” (Centro don Milani) da avviare su tutto il territorio regionale ma si accontenta di intese fino ad oggi mai mantenute (vedi Ospedale) e si fa prendere in giro con promesse che comunque l’AQP e la Regione devono realizzare in Nardò.

Se questo è un evento storico!!!!!????

“Sic transit gloria mundi”!!!!!

Nardò, 21 giugno 2015

IL PRESIDENTE    IL COORDINATORE

Giovanni PERO’     Paolo MARZANO

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