Il Consiglio Comunale approva l’aumento dell’aliquota TASI (tassa sui servizi indivisibili) portandola al massimo consentito per legge e vale a dire al 2,5‰.

 

Per Risi e la sua maggioranza è stata una decisione dovuta e difficile da prendersi.

Il concetto è stato poi rimarcato dal Consigliere Frassanito (Io sud): “…A nessuno piace aumentare le tasse. Neanche a noi, che talaltro siamo i primi a pagare le tasse”.

E la nostra memoria è andata a rispolverare le lacrime della ministro Fornero con mezzo chilo di oro addosso e proprietaria di diverse unità immobiliari, quando parlo per la prima volta della riforma sulla pensioni con toni compassionevoli. Vero è che se le tasse non piacciono a loro, apparentemente dispiaciuti, figuriamoci ai contribuenti che vivono sotto la soglia di povertà (780 euro).

Di certo non intendiamo giudicare “insensibili” i nostri amministratori ma possiamo certamente dire che sono dei “faciloni”. Ci risulta troppo semplice rimpinguare le casse comunali aumentando le tasse, dimenticando che non siamo tutti uguali e non tutti godiamo di una vita agiata. E pertanto il senso di responsabilità verso il cittadino doveva andare oltre.

Anche l’opposizione, sebbene con questi ultimi concordiamo sul tagliare le spese (queste si, dovute e a beneficio di tutti), ha dimostrato non avere una particolare attenzione per le fasce più deboli.

Nessuno ha provato ad avanzare una proposta che avesse in serbo il sostegno ai meno abbienti senza alterare il patrimonio che s’intende raggiungere e da destinarsi ai servizi pubblici.

Ad esempio si sarebbe potuto prospettare l’istituto del baratto.

Antica formula di scambio nonché compensativa in ambito fiscale, che si è rispolverata ed estesa alle imposte per mezzo del Decreto Sblocca Italia, che ha istituito il cd “baratto amministrativo” con benefici per Fisco e contribuenti.

Si sarebbe trattato di dare la possibilità a gruppi di cittadini che partecipando a progetti di utilità sociale per il proprio Comune, come pulizia delle strade o lavori di manutenzione delle stesse, di pagare i tributi locali col proprio lavoro.

Già diversi Comuni, da nord a sud apprezzandone l’idea, hanno reso esecutivo il Baratto amministrativo, dando la possibilità ai cittadini di fruire a forti sgravi fiscali su tasse come la Tasi, ma anche Imu e Tari, sotto forma di agevolazioni e bonus.

Tale formula, nei Comuni proponenti, è risultata particolarmente utile ai disoccupati, ad esempio, che hanno potuto affrancarsi dal debito tributario in modo dignitoso e senza essere costretti a far leva ai propri risparmi. E’ un’alternativa con la quale anche l’Ente locale risparmia, poiché paritario è il rapporto dare/avere con il contribuente e la spesa da sostenersi per opere o servizi di utilità sociale. E non solo sui servizi indivisibili come manutenzione di strade, piazzole, marciapiedi o verde pubblico, ma anche riqualificazione urbana o recupero d’immobili (qualcuno ricorderà la ns. proposta di ristrutturazione della fontana di Piazza Diaz, con costi per la collettività pari a zero).

E si può anche andare oltre, qualora si volesse dare sfogo a nuove idee e al desiderio di cambiare il paradigma di comunità. Ad esempio con servizi sociali finalizzati a dare assistenza agli anziani o accompagnare e scortare i nostri bambini presso le proprie scuole (piedi-bus) o altre forme di assistenza sociale per i quali il Comune sopporta delle spese.

Gli Amministratori eletti, i Consiglieri comunali e i Dirigenti non devono dimenticare che siamo in piena era della “share economy” ovvero l’economia di scambio e condivisione. Pertanto il Comune, grazie ai progetti che lo stesso elabora o intende sviluppare, potrebbe dare al cittadino economicamente “debole” la possibilità di scelta dell’area più consona alle proprie competenze ed esperienze.

L’atteggiamento adottato dai nostri amministratori nella seduta consiliare di ieri ci è apparso maldestramente cinico, stante il periodo di crisi a cui stiamo assistendo, e può essere facilmente interpretato dai cittadini in modo indocile e imperativo: Noi decidiamo e ordiniamo, non c’erano alternative; Voi obbligati ad obbedire e a pagare, non ci sono alternative.

Eppure i nostri amministratori sanno che nell’ultimo periodo il recupero dei crediti verso i contribuenti morosi si attesta intorno al 20% del totale da riscuotere. Esplicativo è stato l’intervento della Dott.sa Castrignanò.

Dunque, mentre per noi è matura e forte l’idea che si debbano perseguire norme tributarie meno severe nei confronti del cittadino e abbattere la contrapposizione tra questo ultimo e il Comune, con formule di gestione politica in ottica di collaborazione reciproca, per il Sindaco e la sua maggioranza è più logica l’austerità fiscale nonostante i quadri economici 2014 dimostrano che la maggioranza dei cittadini non ce la fa a saldare i propri obblighi nei confronti del paese.

Per noi è indubbio, come sosteneva qualcuno (neanche tutti) della minoranza, che l’inasprimento fiscale sarebbe potuto evitarsi attraverso l’approvazione di scelte coraggiose di razionalizzazione e revisione della spesa pubblica ma altresì queste ultime devono necessariamente essere complementari alle cicliche opportunità che la comunità europea o che lo stesso Governo riserva alle pubbliche amministrazioni per investimenti sull’efficientemento energetico e/o produzione di energia da fonti rinnovabili a servizio di edifici comunali (come nostra segnalazione del primo luglio scorso, e mai presa in considerazione, con la quale si avvisava che le coperture delle spese erano, addirittura, al 100% a fondo perduto – Avviso CSE 2015).

Il contenimento della spesa pubblica deve, e può, passare dall’abbattimento dei costi sostenuti per la fornitura di corrente elettrica e dalla sostituzione di dispositivi luminosi pubblici energivori ed obsoleti (relamping).

Siamo convinti che la scelta di aumentare più del doppio l’aliquota della TASI sia stata superficiale, poiché al raddoppio della tassa non raddoppieranno gli investimenti dell’amministrazione sui servizi su esposti.

Tenuto conto che saranno in migliaia i cittadini poco informati, soprattutto anziani, con F24 precompilati e relativi la seconda rata, auspichiamo che il Comune provveda quantomeno alla trasmissione ai suoi contribuenti dell’informativa TASI e Delibera Comunale, allegandovi nuovi moduli di pagamento, con scadenza a dicembre, della rata in parola e della differenza tra questa e la prima pagata a giugno.

 

Marco Indraccolo

Massimo De Marco

Daniele Orlando

Giordano Greco

 

MoVimento Cinque Stelle Nardò.

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