(Trnews)-NARDO’- C’è un monitoraggio che Arpa Puglia ha consegnato agli inizi dell’anno e mette in guardia: in due dei tre pozzi spia all’interno della ex discarica di Castellino, a Nardò, i valori del nichel rilevati hanno , in alcuni casi, quantitativi superiori ai limiti di legge.
Sono state interessate le amministrazioni competenti, come Asl di Lecce, Comune di Nardò e Provincia di Lecce. Giovedì 22 ottobre, a Palazzo dei Celestini, gli enti si ritroveranno per decidere cosa fare, a distanza di sette mesi dalla prima riunione del 12 marzo, in cui si è stabilito di allargare il monitoraggio anche agli altri pozzi della zona, fuori dal perimetro del sito di conferimento dei rifiuti. Ne sono stati individuati venti. Secondo la società proprietaria della discarica, la Mediterranea Castelnuovo II srl, la causa del problema è da rintracciarsi altrove. Saranno le analisi a dirlo con certezza.
Ciò che è sicuro è che gli accertamenti Arpa evidenziano un trend crescente di tracce di quel metallo pesante che, oltre certe soglie, può diventare tossico. Non ci sono altre criticità sul resto dei parametri fondamentali delle acque sotterranee. Ma quella del nichel basta a riaprire il capitolo della mancata post gestione del sito.
Attivata nel 1992 con tre lotti, ampliata nel 2002 e chiusa dopo un vertice in Prefettura del 26 luglio 2006, la discarica ha cessato definitivamente di accogliere rifiuti solidi urbani nel 2007. Il tempo passa. E la messa in sicurezza iniziale, per sua natura provvisoria, rischia di diventare precaria, se non lo è già, senza la fase di post gestione definitiva.