Che dire cari amici di CharlieNardò, da folle, sono stato ben felice di raccogliere l’invito di una redazione, che rasenta la follia con questo ambizioso progetto culturale di sferzare la realtà neretina con contributi irriverenti. Ed eccomi qua!

 

Del resto, nel prendersi troppo sul serio si corre il rischio non solo di apparire ma anche di essere ridicoli, perché la realtà, care amiche ed amici di Charlie Nardò, con le sue 50 e più sfumature di grigio, è un po’ più seria di quel che appare; per cui tanto vale prenderla con filosofia e riderci sopra, anche quando c’è poco da ridere, anzi ci sarebbe tanto da piangere.

Piangere per le morti provocate dall’ignominia umana e dall’incapacità assoluta di preservare il territorio da discariche varie, condotte sottomarine, depuratori che non funzionano e nessuno controlla, per i pozzi neri sfrondati e tanto altro ancora.

Eppur si muore, questa è l’esclamazione, che mi sovviene (parafrasando altra simile del grande Galilei) dinanzi ai dati rasserenanti comunicati, recentemente, da ARPA Puglia.

Le sentinelle dell’ambiente regionali, per un verso, sembrano fare riferimento a campionature a spot, cioè non rivenienti da una specifica procedura, (poco si sa sulla periodicità dei prelievi, qualità degli strumenti utilizzati e personale interessato) e per altro verso propone una interpretazione “petalosa” dei dati rilevati, facendo riferimento a medie ponderate e franchigie della cui applicazione non vi è specifica traccia nel decreto Ronchi; però si sa, la matematica non è una scienza esatta a differenza dell’aritmetica ed i numeri come le leggi si interpretano e se questa non è cultura, ditemi voi cosa è!

Ricordiamo tutti la polemica sui media nazionali sulle capacità alimentari della cultura, ora a Nardò siamo alla dimensione 4.0, la cultura oltre a darci da mangiare ci fa anche cagare e, purtroppo, alle volte ci fa ammalare e tante volte anche morire. Amen!

Una riflessione sorge spontanea ricordando la famosa” livella” di Totò: una cosa sembra rendere tutte le persone uguali in questo paese, appunto la MORTE, ma l’esperienza neretina porterebbe a dire, anche, i reflui in poche parole la MERDA!

Paradossalmente, si è consumata a Nardò, senza saperlo, una svolta radicale (per usare categorie semantiche desuete) a “sinistra” delle politiche “ambientali” cittadine, per cui tutti i cittadini, indistintamente, da convinzioni politiche, culturali, da tendenze religiose e sessuali, dal tenore economico e socio culturale, si vedono attinti dalle stesse opportunità in termini di inquinamento del mare, della falda e dell’aria.

Ecco che, le disfunzioni proprie di una democrazia immatura e di una burocrazia incompetente si riversano sui cittadini, sulla salute, ambiente e paesaggio, allo stesso modo garantendo a tutti, ma proprio a tutti la stessa possibilità di ammalarsi e di vedersi compressa l’aspettativa della qualità di vita futura, quando si parla di pari opportunità, ecco un esempio concreto.

Se però, passiamo dal misurare la trasparenza dell’aria e dell’acqua a quella c.d. della carte vediamo di nuovo una virata brusca a destra da parte degli uomini di Palazzo Personé , (non solo questi ultimi, ma diciamo dal dopoguerra ad oggi) ed il concetto di uguaglianza si affievolisce per favorire quello del merito.

Il merito: del più furbo, dell’amico degli amici, del “tengo famiglia”, si è sempre fatto così, ed ecco che, la disparità di trattamento e le differenze legate al censo, al cognome ed all’appartenenza politica e culturale tornano ad avere senso compiuto, ( daje).

Shopenauer considerava la vita un pendolo che oscilla tra la noia ed il dolore, per Charlie Nardò propongo l’oscillazione tra merda e mafia, volutamente ho inserito tra le due la congiunzione poiché si tratta di quasi sinonimi e, comunque, davvero, facce di una stessa medaglia.

Ci accingiamo ad oscillare, noi tutti, ancora una volta in questa campagna elettorale, con 500 e passa candidati consiglieri, 5 candidati sindaci, programmi politici pressoché sovrapponibili, quasi sempre, frutto di copia in colla o di spionaggio industriale tra le liste antagoniste.

La destra neretina sembra esibirsi in prove muscolari legate alla riproposizione dell’usato sicuro, la sinistra, nell’accezione tradizionale, al contrario, sembra essere esclusa dai giochi e se non fosse per quella capacità, prima descritta, di costruire, in negativo, pari disgrazie per tutti, sembrerebbe sparita dal panorama cittadino.

Allora, per uno come me che di sinistra è sempre stato, sarà necessario indossare le vesti del folle di Nietzsche e, quindi, dopo aver acceso una lanterna in pieno giorno (a led) sarò costretto ad andare in giro a chiedere: dove è la Sinistra a Nardò? Sono convinto che perverrò alla stessa conclusione del grande filosofo tedesco rispetto a Dio, a Nardò la sinistra è morta!

 

Anonimo Neretino