Riconsegnata,giovedì 23 giugno, alla Citta, dopo un lavoro di restauro eseguito pro bono a cura del Rotary Club Nardò, Porta Vaccarella, oggi più conosciuta come Porta di Mare, l’unica porta urbica esistente delle quattro originali della città di Nardò’che dal centro storico (attuale via Don Minzoni) esce sulla via Roma per l’attuale via Napoli.
La Porta ,unica superstite delle quattro originarie, demolite verso il 1897, per ampliare le strade, dopo il riempimento dei fossati del Castello, in questi ultimi anni ormai aggredita dal degrado, è stata, a partire dal mese di febbraio 2016,interessata da importanti lavori di restauro, realizzati grazie ad un progetto del Rotary di Nardò che ha voluto adottareun gioiello identitario del patrimonio artistico e monumentale della Città, donando, con impegno e passione, un lavoro di cura che domani pomeriggio svelerà i risultati.
Alla cerimonia parteciperanno anche il Sindaco avv. Pippi Mellone e il Vescovo Monsignor Fernando Filograna.
I lavori che in questi mesi hanno interessato Porta Vaccarella sono stati realizzati, appunto pro bono, dalla ditta dell’Ing, Vincenzo De Bellis, socio del sodalizio neretino, con un progetto a firma dell’Architetto Amelia Sardone, anche lei socia Rotary. Il lavoro è stato eseguito con la sorveglianza della Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici per le province di Lecce, Brindisi e Taranto, Soprintendente Arch. Maria Piccarreta e del Funzionario Alta Sorveglianza Arch. Augusto Ressa.
Un po’ di storia:
Quando tale porta sia stata aperta è difficile da stabilire: l’arch. G. De Pascalis, studioso ricercatore neritino, afferma che “sicuramente in concomitanza con l’allargamento delle mura, probabilmente verificatosi dopo l’insediamento dei primi ordini mendicanti, presumibilmente intorno agli inizi del XIV secolo. Rimane arduo, comunque, definire se il loro numero sia stato modificato col tempo, o se esse fossero sempre state quattro. Si dovrebbe presumere che il loro numero fosse legato, oltre che a riferimenti simbolici, anche e soprattutto come punto di sbocco di ciascun Quartiere in cui era suddivisa la città” (cfr. D.G. De Pascalis, Nardò-Il Centro Storico, Besaediz., Nardò 1999, pp. 49-50). .
Essa era la terza porta, che s’incontrava seguendo il percorso murario, i cui resti si possono ancora ammirare all’inizio dell’attuale Via Don Minzoni; secondo il Tafuri la porta, attualmente detta appunto Porta di Mare, per il fatto che si apre sulla strada che conduce a Gallipoli ed alla costiera neretina, deve il suo nome alla presenza, nelle sue vicinanze, di un’antica chiesetta denominata S. Maria Vaccarella. In effetti, nella Visita Pastorale[1] del Vescovo di Nardò, Mons. Cesare del Bovio del 1581, è attestata la presenza nei pressi della chiesa di S. Maria a Cantone, pure non lontana dalla porta, di una “ecclesia S.te Marie Bacchare” di beneficio della famiglia Sambiasi, ma anticamente di beneficio della famiglia Baccara, vissuta a Nardò nel 1500, da cui prendeva il nome.
Questa porta , che come già detto, è l’unica superstite delle quattro originarie nei primi anni del ’600, trovandosi in pessime condizioni statiche, fu fatta ricostruire a spese del Governo Cittadino, per il qual motivo non è improbabile che l’immagine attuale risalga a quel periodo se pur mancante dall’arcone sovrastante che probabilmente la richiudeva. Durante la sommossa contro il Guercio di Puglia del 1647, fu l’unica porta a non essere murata perché da tale accesso si poteva arrivare rapidamente al mare, da dove si racconta dovevano arrivare i rinforzi del Marchese di Acaia, Giorgio delli Monti. Secondo le cartografie di riferimento doveva esserci accanto una torre di rinforzo, ma le condizioni attuali non ne danno conferma. Tale torre era comunque già inesistente e non più rilevata da quanto risulta dalla cartografia dell’Ing. Q. Tarantino del 1887.
Bibliografia di riferimento:
– Donato Giancarlo DE PASCALIS, Nardò – Il Centro Storico, Besaediz. Nardò 1999.
– Roberto FILOGRANA, Castelli fortificazioni ed antichi privilegi della città di Nardò, Conte Editore, Lecce 1999.
[1]Archivio Curia Vescovile di Nardò, Acta SacraeVisitationisMons.CesarisBovij, an. 1578 , fascio A/2, fascio 3, ms. , f. 35 e segg.