L’Osservatorio sulla città diretto da Paolo Marzano lancia l’allarme sulla stato dell’arte in cui versa Maria Immacolata posta sulla sommità dell’omonima guglia di piazza Salandra. L’annerimento della mano destra non sembra il solo male che affligge la statua. Una ,presunta, crepa è visibile tra il collegamento tra braccio e spalla che amplifica la nota di urgenza lanciata da Paolo Marzano.(n.d.r)
Scrive Paolo Marzano: “Dopo aver denunciato diverse volte la fragilità di piazza Salandra a Nardò e vedendone poi purtroppo indifferentemente sfregiata la storicità come la decapitazione totale dopo una probabile pallonata durante, una notte sventurata, di S. Gioacchino (e non S. Domenico come citano alcune guide turistiche). Dopo aver rintracciato la vecchia fotografia che riporterebbe l’antica fisionomia della testa del Santo, padre della Madonna di cui la famiglia, circonda la guglia.
Dopo aver scoperto come il bianco marmo di Maria Immacolata si illumini e brilli ogni mattina al sorgere del sole confermando la sublime “meridiana urbana”, progettata premeditatamente, all’indomani del terribile disastroso sisma del 1743, e che diventò simbolo di rinascita, fulcro delle tre chiese che la circondano con abside orientato verso est, intorno all’unica “stella mattutina” che rinnova la luce del regalo di ogni splendido giorno“, Paolo Marzano avverte e denuncia lo strano annerimento della mano ‘sospesa’ di Maria Immacolata.
Infatti, all’apice della preziosissima guglia una parte dell’arto destro della figura si è stranamente scurito e,da una fotografia redazionale aggiungiamo ,si nota una presunta crepa tra braccio e spalla .
La meravigliosa scultura della Vergine Immacolata di Matteo Bottiglieri (non ‘Bottigliero’ indicato così, se non erro dal De Dominici) allievo del Vaccaro, fu famoso scultore napoletano autore nel 1724 del “Cristo morto”, scultura marmorea che si trova nella cripta del Duomo di Capua o del gruppo del “Cristo e la samaritana” al Chiostro di San Gregorio Armeno di Napoli.
“La scultura sulla guglia fu posizionata la sera del 1749, e dopo una sua ‘discesa’ per il restauro negli anni ’80, dunque avrebbe bisogno ora di una ulteriore urgente ‘visita’ da parte di personale della Soprintendenza! Auspico che questo post mobiliti l’attenzione di chi ha, a cuore, la qualità delle città d’arte come Nardò vorrebbe e dovrebbe essere.”
Conclude Marzano :”Detto tra noi non mi interessa nulla se si riveli guano o annerimento da muffe, togliete al più presto quell’indecenza. Simbolicamente è oltraggioso in tutti i sensi, sbrigatevi!”