Scelgo di scrivere su questo tema, con tutta l’umiltà del caso, perché credo che la riforma della Costituzione, per la natura di quel che si modifica, debba essere opportunamente considerata ed approfondita.

La riforma oggetto del prossimo referendum prevede la modifica del Senato e delle competenze riconosciute alle Regioni. Due punti su cui vi è indiscutibilmente la necessità di intervenire , ma a parer mio le soluzioni prospettate non sono positive. Infatti, a quello che sarà il nuovo Senato, verrà conferito un ruolo di allacciamento con le Regioni; paradossalmente però, lo stesso, stando al contenuto della riforma, agirà sulle materie regionali in modo molto marginale.

 

La riforma farà si che il nuovo Senato venga composto dai rappresentanti della maggioranza dei Consigli Regionali demograficamente più corposi e questo pregiudicherà ancor più la funzione rappresentativa delle Regioni geograficamente più piccole.

Inoltre, va considerato il valore morale e simbolico di un simile mutamento. In uno scenario di profonda crisi della democrazia e della c.d. funzione di rappresentanza, questa riforma per i suoi contenuti disomogenei porta verso una scarsa partecipazione e dunque verso un ulteriore e profondo allontanamento della popolazione dalle istituzioni.

Il quesito, dunque, viene naturale : e’ preferibile una riforma in questi termini o nessuna riforma?

Personalmente credo si debba volgere verso una riforma impostata diversamente. Un cambiamento che approfondisca i temi permettendo di farlo a tutti, anche a chi non possiede particolari competenze tecniche, in modo tale che la Costituzione continui ad essere un patrimonio comune ed uno strumento per il superamento delle distanze.

Da qui a dicembre, l’associazione Riprendiamoci Nardò, di cui faccio parte, con la collaborazione delle altre forze di maggioranza, proverà ad analizzare la questione tramite incontri e dibattiti . Lo faremo per creare un percorso che ci accompagni verso un voto più consapevole, tale da creare un margine di confronto ed una disamina reale.

Perché la Costituzione continui ad essere una regola di convivenza, così come i padri costituenti ebbero fin da subito a volere.

 

Andrea Giuranna

Consigliere Comunale

Capogruppo Riprendiamoci Nardò.

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