Nella giornata del 15 febbraio 2017, i Carabinieri della Compagnia di Tricase, coadiuvati nelle indagini dai militari della Compagnia di Maglie, hanno tratto in arresto Piccinni Vincenzo, classe ‘77, noto alle forze dell’ordine, e Ardito Salvatore Donato, classe ‘51, per le rapine perpetrate presso gli uffici postali di Lucugnano frazione Tricase (Le) e San Cassiano (Le), avvenute in rapida successione e consumate nella stessa mattinata appena trascorsa.

Il conseguimento di questo risultato è stato possibile anche attraverso una sinergica collaborazione fra Reparti che ha permesso di raccogliere incontrovertibili elementi di colpevolezza a carico degli arrestati, le cui ricerche, dal momento della commissione degli allarmanti assalti fino alla cattura dei responsabili, non hanno mai subìto interruzioni.

Il primo colpo, avvenuto verso le 11.30 a Lucugnano frazione Tricase, non ha avuto esito favorevole in quanto, probabilmente a causa del vetro antisfondamento a protezione dei locali “di servizio” e al sangue freddo dei dipendenti, i soggetti si sono precipitosamente allontanati, senza bottino, a bordo di una lancia Y scura in direzione nord, nonostante il Piccinni, esecutore materiale dell’assalto, avesse mostrato alla dipendente dell’ufficio postale una pistola, verosimilmente giocattolo, che nascondeva opportunamente in un quotidiano per dare meno nell’occhio. I militari della Compagnia di Tricase, una volta ricevuta in Centrale Operativa la chiamata da parte dell’ufficio postale, effettuavano immediato sopralluogo e mentre i CC della Stazione di Tricase sentivano la parte offesa e raccoglievano i primi elementi informativi utili al riconoscimento del rapinatore, che aveva agito a volto scoperto, militari in uniforme e in borghese del Nucleo Operativo e Radiomobile si mettevano immediatamente alla ricerca di telecamere di video sorveglianza presenti in zona, che gli permettevano di ottenere fondamentali elementi di riconoscimento circa i due soggetti nonché di identificare il modello di vettura utilizzata per la fuga, che veniva immediatamente segnalata alle altre Centrali Operative per il concorso nelle ricerche. Solo a seguito di ulteriori ricerche nelle potenziali vie di fuga dei banditi, venivano raccolte parziali informazioni circa la targa che permettevano ai militari di risalire ad un cittadino di Tricase incensurato. A questo punto mentre alcuni militari si mettevano alla materiale ricerca dell’autovettura, altri si appostavano in osservazione, in attesa del rientro della medesima, nei pressi delle abitazioni d’interesse, fra cui quella dello stesso Piccinni, simile alla descrizione fornita dalla dipendente dell’ufficio postale per abbigliamento in suo abituale uso, fattezze fisiche e alcuni dettagli; peraltro sulla scorta degli elementi in possesso delle ff.oo., lo stesso risultava essere frequente utilizzatore dell’autovettura in questione.

Ardito Salvatore

Nel frattempo, presso un altro ufficio postale a San Cassiano si era già verificata, a breve distanza di tempo dalla prima, una seconda rapina, sempre ad opera di soggetto maschile a volto scoperto, che, molto astutamente, aveva finto un malore per trarre in inganno i dipendenti e farsi portare all’interno dei locali protetti dal vetro antisfondamento; una volta giunto oltre le barriere, “gettava la maschera” e utilizzando la pistola che portava con sé minacciava il direttore e gli addetti costringendoli a farsi consegnare la somma di circa Euro 10.000. Quindi faceva perdere le proprie tracce. I militari della Stazione di Nociglia, unitamente al Nucleo Operativo della Compagnia di Maglie, prontamente intervenuti sul posto svolgevano accurato sopralluogo, e sulla scorta della precedente segnalazione della vicina Centrale Operativa, si interfacciavano con i colleghi di Tricase, intuendo una connessione fra i due casi. Effettivamente, dopo aver escusso i dipendenti dell’ufficio postale, i quali riconoscevano il Piccinni, veniva accertato, analizzando lo storico delle operazioni registrate, che lo stesso era persino cliente “abituale” e che in tempi recenti aveva anche fatto operazioni al bancomat e allo sportello.

Unica nota discordante l’abbigliamento, che in seguito è stato accertato, nelle confessioni dei due arrestati, essere stato volutamente variato per confondere e depistare gli investigatori, che erano già sulle loro tracce.

Verso le ore 15 personale della Compagnia di Tricase appostato presso l’abitazione del Piccinni notava, in lontananza, un veicolo scuro, stesso modello e colore di quello ricercato, dal quale scendeva un soggetto che si incamminava da solo, mentre il veicolo prontamente ripartiva, senza che i militari ivi presenti a distanza, per una sfortunata coincidenza dovuta alla congestione del traffico, potessero nella circostanza raggiungerlo e fermarlo in sicurezza. Veniva però prontamente bloccato il soggetto appiedato, identificato nell’Ardito, che veniva portato in caserma per ulteriori approfondimenti. Messo alle strette, di fronte a tutti gli elementi fino ad allora raccolti, alla presenza del legale ammetteva di essere stato in compagnia del Piccinni per tutta la mattinata e di aver “visitato” i due uffici postali in questione.

Poche ore dopo, nella piazza Cappuccini di Tricase, personale in abiti borghesi ivi appostato in un mirato servizio di osservazione, intercettava e bloccava il veicolo lancia Y con alla guida il proprietario, ritenuto estraneo ai fatti in quanto avrebbe soltanto prestato il veicolo (all’insaputa dell’effettivo uso dello stesso) al Piccinni che nel primo pomeriggio glielo riconsegnava. Il fermato veniva quindi condotto unitamente alla vettura presso il Comando Compagnia di Tricase; a seguito della perquisizione veicolare, i militari rinvenivano sul cruscotto il quotidiano (poi sequestrato) che era stato utilizzato per celare l’arma nel corso delle rapine.

Piccinni Vincenzo

L’epilogo della vicenda in serata, quando, a ricerche ancora attivamente condotte nell’intera Tricase finalizzate alla ricerca del rapinatore che era ormai privo di veicoli privati d’appoggio e senza alcuna prospettiva di poter rientrare impunemente presso la propria abitazione, il Piccinni si presentava presso la caserma Carabinieri di Tricase unitamente al suo legale di fiducia, per ammettere le proprie responsabilità e collaborare. Permetteva quindi agli operanti di rinvenire i giubbotti utilizzati per la rapina, dei quali si era liberato subito dopo il colpo unitamente all’arma, nonché la scatola dell’arma giocattolo acquistata pochi giorni prima presso un negozio di Maglie. Successivamente perquisito, al termine degli atti di rito, veniva dichiarato in stato di arresto unitamente all’Ardito, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria per il successivo giudizio di convalida.

Indagini sono in corso per appurare eventuali responsabilità dei predetti in altri colpi dello stesso tipo avvenuti nei mesi precedenti nell’area del Capo di Leuca.

Da ultimo, per Ardito, il cui arresto è stato convalidato è stata disposta la remissione in libertà, in relazione al suo stato di incensuratezza e alla collaborazione offerta.

 

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