La nostra città rivive, in tono minore, oggi 11 Marzo 2017 con il convegno organizzato dal “Blocco Studentesco” le grigie giornate di protesta vissute nel periodo in cui la contrapposizione politica tra destra e sinistra spesso sfociava in duri scontri tra i protagonisti. Il movimento nasce nel 2006 in seno a Casapound e si ispira al fascismo come cultura da riproporre in veste moderna. Tutto questo è stato reso possibile nonostante la legislatura italiana abbia previsto sin dal lontano 1952 con la legge 645 (legge Scelba) di punire la ricostituzione di partiti di ispirazione fascista e bandito ogni forma simbolica rievocativa.
Per via degli ampi dibattiti sulla costituzionalità della legge le sanzioni non sono mai state applicate e oggi più di ieri si vedono risorgere sul nostro territorio queste devianze xenofobe che in certi casi arrivano a compiere atti a dir poco aberranti. Occorre spezzare naturalmente una lancia in favore del gruppo di giovani presente nella nostra città che si riconoscono nel Blocco Studentesco e che nonostante appartenenze poco consone ai valori democratici nella loro attività non hanno mai applicato alla lettera le direttive ispiratrici non superando in nessun caso i limiti imposti dal quieto vivere sociale. Questo per ribadire , se ce ne fosse ancora bisogno, che non sono i colori di appartenenza a legittimare la bontà delle azioni ma le singole persone che si spendono per raggiungerle.
Questa premessa è stata necessaria per non colpevolizzare in modo assoluto la volontà dei ragazzi di riunirsi per discutere di argomenti di carattere informativo sulla riforma scolastica ma di mettere in luce l’inopportunità di dare importanza e valenza a un movimento ispiratore di appartenenza(Casapound) che in altre sedi ha molto spesso palesato in maniera inequivocabile il proprio pensiero xenofobo, razzista e sessista non tollerabile in una società come la nostra di chiara formazione cattolico democratica e ispirata ai valori dell’antifascismo. Partendo da questo supposto, quindi, se la voglia di agire anche in maniera poco consona dei ragazzi può essere per certi versi scusabile ciò che diventa inqualificabile è l’atteggiamento delle istituzioni che stimolano e appoggiano la crescita di queste associazioni al limite della legalità.
Questi incoraggiamenti a movimenti che spesso dilagano in pericolose devianze di fatto amplificano il lavoro svolto da questi gruppi nonostante la possibilità, sempre accesa, di creare disagi e indottrinamento sbagliato nei giovani iscritti che si affacciano , spesso per la prima volta, nella realtà sociale. Un Sindaco di una città deve prevenire e non incentivare simili situazioni a rischio e offrire una sponda agli organizzatori dell’evento partecipando al dibattito cittadino insieme ad altri esponenti della maggioranza , con la presenza ancor più grave del presidente della provincia Antonio Gabellone ,di fatto ha sdoganato legittimando questo modo di pensare ispirato al ventennio fascista rendendolo consono in un paese che si è sempre prodigato, nel passato, di combattere questo regime autoritario aiutando e ospitando gli esuli e le vittime di quell’infame periodo nelle proprie case.
E’ orrendo capire in virtù di questi continui atteggiamenti autoritari , impositivi e poco disponibili al dialogo come l’agnello una volta raggiunto il proprio scopo abbia dismesso le vesti calzate per l’occasione ed abbia tirato fuori ciò che è insito nella propria natura di lupo, l’aggressività costante. Ancor più grave è il non voler cogliere al volo le occasioni per poter placare gli animi e anzi se ne realizzino altre per fomentare il fuoco già acceso nel camino.
E’ inconcepibile vedere queste continue fratture e divisioni aperte in città volutamente proposte dal primo cittadino che ancora una volta fa capire all’intera cittadinanza di non essere il Sindaco di tutti ma solo ed esclusivamente di coloro che abbracciano incondizionatamente la sua dottrina e quella dei suoi discepoli.
Fortunatamente la storia ha assegnato a tutti i dittatori una fine degna del loro modo di agire.