Il festival itinerante La Notte della Taranta il 6 agosto arriva a Nardò, una nuova tappa che dallo scorso anno arricchisce la serie di appuntamenti del viaggio musicale agostano. Non solo musica, con i concerti Ragnatela e Altra tela. A Nardò, infatti, sarà inaugurata alle 20 a Palazzo Personè la mostra fotografica “I luoghi di Renata”, di Paolo Laku. Conoscenza, consapevolezza, e valorizzazione del territorio, in linea con il tema dell’edizione 2018 del Festival dedicato al paesaggio.

Il paesaggio incontaminato e prezioso di Porto Selvaggio sarà il protagonista della mostra, un viaggio fotografico che esplora la natura e l’intima solitudine di Renata Fonte, l’assessore alla cultura e alla pubblica istruzione di Nardò che ha difeso strenuamente la bellezza dei luoghi della sua terra, sottraendo la sua amata Porto Selvaggio alla speculazione edilizia, anche a costo di rimetterci la vita. Renata Fonte, infatti fu ammazzata dalla mafia il 31 marzo del 1984.

Contro la minaccia della cementificazione della baia, Renata oppose la cultura della bellezza e della salvaguardia dell’ambiente. La sequenza di immagini restituisce lo sguardo di Renata, attraverso la testimonianza delle figlie Sabrina e Viviana sui luoghi che hanno determinato le scelte nella sua breve vita.

Descrizione mostra

I LUOGHI DI RENATA di PAOLO LAKU
Da Fiumefreddo a Porto Selvaggio 
(Nardò, Palazzo Personè, 6 agosto,  inaugurazione ore 20:00)

 Il  paesaggio incontaminato di Porto Selvaggio è protagonista della mostra I Luoghi di Renata, un viaggio fotografico curato da Palo Laku che esplora la natura e l’intima solitudine di Renata Fonte, l’assessore  alla cultura e alla pubblica istruzione di Nardò uccisa il 31 marzo del 1984, che pagò con la vita la difesa estrema della sua terra. Alla speculazione edilizia e alla minaccia di cementificazione dell’incantevole baia, Renata Fonte oppose la cultura della bellezza e della salvaguardia dell’ambiente. La sequenza di immagini restituisce lo sguardo di Renata, attraverso la testimonianza delle figlie Sabrina e Viviana, sui luoghi che hanno determinato le scelte  nella  sua breve vita.

Si parte da Fiumefreddo di Sicilia, in provincia di Catania, dove Renata ha atteso il ritorno nella sua casa, il Salento, guardando il mare, gli scavi archeologici di Torrerossa, la natura incontaminata sugli argini del fiume che diventerà Riserva Naturale nel 1984, anno in cui la giovane mamma venne assassinata. Da piazza Salandra al teatro comunale di Nardò, i luoghi di Renata, sono piazze d’incontro e condivisione di valori: le battaglie sociali e civili al fianco del prozio Pantaleo Ingusci, insigne storico mazziniano neretino, l’ascolto delle donne e dei minori, le parole pronunciate dai microfoni di Radio Nardò Uno. Sono luoghi di intima felicità nell’estate salentina a Santa Maria al Bagno tra il sorriso delle sue bimbe e il brusìo del mare. Sono luoghi di lettura: telegrammi, lettere di studenti, disegni di bambini che nel 1978 si mobilitarono per salvare Porto Selvaggio. Un movimento spontaneo che spinse Renata a credere che anche l’ultima battaglia contro la minaccia di cementificazione del paradiso selvaggio sarebbe stata vinta. Sono luoghi di ricerca di verità. Il tassello mancante nella storia di una donna che continua a vivere in ogni sguardo che si affaccia su Porto Selvaggio.

La mostra resterà aperta al pubblico dal 6 al 25 agosto. 


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