Lecce,17 ottobre_Il Progetto Minore tra i banchi di scuola per insegnare alle nuove generazioni il rispetto per l’acqua della falda salentina. Come pubblicizzato lo scorso 11 ottobre alla giornata di presentazione del catalogo regionale dei corsi di Promozione alla Salute, c’è tempo fino al 25 ottobre per i dirigenti scolastici di Lecce e Provincia per aderire all’iniziativa gratuita promossa dalla ASL Lecce per sensibilizzare gli alunni di scuola primaria, scuole medie e superiori ad un corretto utilizzo della “risorsa acqua”, l’oro blu del Salento.

La nostra falda è infatti sempre più minacciata da rischi legati ai massicci emungimenti dagli oltre 35.000 pozzi autorizzati e da tutti quelli abusivamente realizzati (si stima siano almeno il doppio o forse il triplo), con il risultato di una progressiva e irreparabile salinizzazione, già in atto nelle aree costiere. E’ quindi importante educare bambini, ragazzi e famiglie innanzitutto a considerare l’acqua non come una risorsa inesauribile ma come un bene da tutelare anche in quanto “alimento” insostituibile. Le scuole interessate non devono fare altro che esprimere la propria manifestazione d’interesse sul sito del catalogo regionale dell’educazione alla salute https://www.sanita.puglia.it/web/pugliasalute/come-aderire-ai-progetti (corso Progetto MINORE a pagina 122 del catalogo), anche in soprannumero, qualora avessero già aderito ai due corsi di solito considerati dal catalogo come limite massimo.

L’iniziativa rientra nell’ambito delle attività di divulgazione del progetto MINORE (acronimo di Monitoraggi Idrici Non Obbligatori a Livello Regionale), nato dall’esigenza – in ambito sanitario – di una maggiore conoscenza e tutela della falda acquifera salentina da cui l’Acquedotto Pugliese fornisce l’80% dell’acqua potabile al Salento leccese e la cui qualità va difesa perché non ci siano ripercussioni sullo stato di salute della popolazione. Il Progetto MINORE è stato ideato dal Direttore del Dipartimento di Prevenzione della ASL Lecce dr. Giovanni De Filippis proprio per dare certezze alla popolazione non solo sulla qualità dell’acqua distribuita da AQP (già ampiamente certificata), ma su tutta quella che viene utilizzata nel Salento a scopi agricoli e zootecnici.

Giova ricordare che AQP, il più grande acquedotto d’Europa, esegue su tutti i 104 pozzi di approvvigionamento e sulle fontanine di distribuzione nei 97 Comuni salentini circa 450 differenti analisi per escludere contaminazioni chimiche e microbiologiche durante tutto il corso dell’anno, a differenza di quanto avviene per le acque minerali (per le quali la legge prevede un numero molto più ristretto di parametri da monitorare). Ai controlli effettuati da AQP se ne aggiungono altrettanti eseguiti da ARPA Puglia su prelievi garantiti costantemente dalla ASL.

Le scuole che aderiranno al corso in catalogo potranno calendarizzare l’intervento degli esperti del coordinamento scientifico del Progetto MINORE – in primo luogo della ASL – nel primo semestre del 2019 e i loro allievi saranno coinvolti attivamente nella realizzazione di momenti informativi e comunicativi che coinvolgeranno le famiglie e il proprio contesto sociale. A tal fine, saranno anche distribuiti appositi “istant book” con tutte le informazioni sulle caratteristiche della falda acquifera salentina e i consigli per preservarla.

Abbiamo completamente rimosso la nostra storia di terra assetata (la famosa “Siticulosa Apulia” di Orazio Flacco), di cui restano visibili testimonianze le cosiddette pozzelle in molti Comuni salentini. C’è stato un tempo non lontano – dice il direttore del Dipartimento di Prevenzione ASL Lecce – in cui l’acqua veniva gestita in maniera oculata, riciclata e recuperata per tutti gli usi possibili, mentre oggi spesso scorre a vuoto oppure è sprecata”. “A ciò – continua De Filippis – si aggiunge l’utilizzo del tutto inappropriato, talora anche alimentare, di acqua prelevata da pozzi non autorizzati per uso umano e dunque non sottoposti ad adeguati controlli che ne escludano la contaminazione, anche da coliformi fecali derivanti dalla stupida consuetudine dei pozzi neri a perdere nelle zone extra-urbane, oltre che da eventuali inquinanti chimici di origine industriale o agricola. Il Progetto MINORE – conclude De Filippis – ha l’obiettivo di fornirci risposte sulle condizioni della falda anche per inquinanti fino ad oggi non monitorati per legge, come il glifosate o i suoi metaboliti, le amine aromatiche, i PCB, gli IPA e molte altre sostanze, inclusi gli insetticidi utilizzati per debellare la Xylella”.

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