“Nel 2016 la Puglia ha dovuto trasferire oltre 13 mila tonnellate di rifiuti fuori regione – incalza il pentastellato- alimentando un aumento dei costi per i pugliesi.
Le negligenze del Governo regionale hanno creato un sistema che assomiglia a un cane che si morde la coda e disperde il buon lavoro svolto da tanti pugliesi, che ha portato all’aumento della raccolta differenziata, anche se è ancora lontano il raggiungimento del 65%.
E il paradosso è proprio questo: aumenta la Tari anche se aumenta la raccolta differenziata. Proprio perché l’impegno dei cittadini rischia di essere dissolto da un sistema di impiantistica obsoleto e inefficace e da una gestione a livello di ARO in molti casi insostenibile per i Comuni.
I ritardi della Regione Puglia nell’approvare il nuovo piano di gestione dei rifiuti -conclude Casili- nonostante i proclami di Emiliano, hanno poi provocato il cortocircuito definitivo.
Un limbo in cui cittadini e amministrazioni virtuose sono costretti a pagare di più, anziché essere premiati”.