15 Febbraio_ Il primo cittadino di Nardò, l’avv. Pippi Mellone replica ai suoi detrattori sulla sentenza del tribunale di Lecce di giovedì 14 febbraio , “sfratto delle associazioni passatempo” , sul suo profilo di facebook. Non le manda a dire Mellone che con la sua dialettica scevra di artifici dichiara : “non ci arrendiamo! Faremo appello e continueremo a sostenere le ragioni della Città davanti alla Corte d’Appello”. Ovviamente i cittadini tutti, estremi compresi sono avvisati! (n.d.r)
FB, 15 febbraio 2019, Mellone : “Leggo post farneticanti di speculatori politici, rancorosi e giuristi con la terza media, che gioiscono per una sentenza di primo grado, che vede momentaneamente soccombente il Comune di Nardò.
Per questi tutori degli amici di famiglia è una gioia che associazioni di passatempo permangano nei centralissimi locali comunali di piazza Salandra e del centro storico, pagando appena 120 euro l’anno di affitto!
Associazioni che noi non abbiamo sfrattato (come avvenuto di recente a Lecce, dove l’ufficio Patrimonio, con il commissario Prefettizio, ha avviato lo sgombero di tutte le associazioni ospitate in comodato gratuito!) ma alle quali abbiamo chiesto di trasferirsi, garantendo una alternativa in piazza San Pietro, in locali di proprietà comunale adeguati, accessibili a quanti hanno difficoltà di deambulazione e conformi alle normative di sicurezza.
Ci saremmo aspettati che padri e nonni, che vedono partire ogni giorno i nostri ragazzi per andare a lavorare all’estero, sarebbero stati contenti di collaborare alla rinascita di Nardò. Invece no.
Ma dobbiamo solo aspettare un po’, perché, chiaramente, non ci arrendiamo! Faremo appello e continueremo a sostenere le ragioni della Città davanti alla Corte d’Appello.
Sarebbe stato più generoso da parte delle associazioni accettare una sede adeguata, invece di porsi con arroganza nel trattenere immobili che, lo ribadisco, sono di tutti e che, anche senza aspettare le sentenze, riavremo a fine contratto. Mi dispiace constatare che esistano due città: una egoista, che vuole rimanere ferma ai privilegi, ed una aperta e produttiva, che vola verso il futuro.
L’amministrazione vuole questi locali per ottenere finanziamenti che significano investimenti (lavoro per le imprese) e progetti capaci di produrre posti di lavoro per i giovani, servizi per i cittadini, attrazioni per i turisti.
Vi sembra giusto i privilegiati paghino 10 euro al mese per immobili comunali mentre, ad esempio, i nostri ragazzi pagano migliaia di euro al mese per locali privati, che affittano per lavorare e realizzare il sogno di una attività in proprio? A me no!
Quindi ribadisco che le associazioni in quel posto non hanno alcun senso! Ai boriosi nemici della Città, che gioiscono per la pronuncia del Giudice, ribadisco: siete una zavorra per Nardò, un peso che soffoca la città e dal quale gli elettori si sono già liberati, una volta e per sempre”.