Nardò, 13 marzo_ #iostoconilvescovo lanciato l’hashtag ieri sera (12 marzo 2019) dall’avvocato Vincenzo Candido Renna ed è subito contagio. Tante le condivisioni ed i like, che nei social network costituiscono un indicatore attendibile una sorta di “rating” 2.0.
Renna, molto vicino alla nostra redazione, professionista impegnato nel sociale ed in passato anche in politica, non è nuovo a thread efficaci a fotografare l’attualità.
Montava da qualche tempo la repulsione verso i noti “hater neretini”, bulletti digitali con i polpastrelli consumati sulla tastiera del rancore sociale ed odio verso chi ricopre posizioni di responsabilità istituzionale.
A questi “satiri de noantri” non è sembrato vero poter strumentalizzare una vicenda amministrativa per coinvolgere, in modo inopportuno e abusivo, il vescovo di Nardò e i prelati che hanno inteso a sua difesa censurare le inopportune strumentalizzazioni. A questo punto l’incalzare di vignette e post volgari necessitava un argine.
Per fare questo necessitavano parole pesanti e al tempo stesso misurate per evitare l’effetto boomerang ed ecco che il post dell’avv. Renna ha interpretato magistralmente l’opinione di tanti con la solita eleganza e raffinatezza.
post dell’avv. Renna del 12 marzo 2019
Riferendomi a Marthin Luther king “Non ho paura della cattiveria dei malvagi ma del silenzio degli onesti” ovvero ad Albert Einstein “Il mondo non è minacciato dalle persone che fanno il male, ma da quelle che lo tollerano” sento il dovere di esprimere la solidarietà al Vescovo della Diocesi di Nardò S.E.R.M. Fernando Filograna, di recente oggetto di una campagna denigratoria da parte di personaggi inqualificabili.
Corro, volentieri, il rischio di dare rilevanza o legittimare persone che, evidentemente, non ne meritano alcuna; ma non si può rimanere inerti di fronte a cotale tracotanza, alla deriva delle contumelie, delle offese gratuite. Coinvolgere persone specchiate e vocate a servire il prossimo in contesti di cui sono assolutamente estranee serve, forse, a coltivare la propria cattiva coscienza non certo ad arricchire il dibattito culturale e politico cittadino.
Il dileggio fine a se stesso, il lessico orientato all’astio, colpire la dignità altrui, non sono corollari della libertà di espressione costituzionalmente garantita, ma circostanze di reato, che meriterebbero censura in ben altra sede; intanto, la mia disapprovazione più sentita unita ad un senso di profonda solidarietà per le persone danneggiate. #notroll #iostoconilvescovo