Nardò,23 marzo_ Approderà in Consiglio comunale giovedì prossimo il piano finanziario dei servizi di igiene ambientale per l’anno 2019 che prevede l’emissione a ruolo ai fini Tari di circa 8 milioni di euro, cioè quasi un milione in più rispetto all’anno scorso. L’aumento, che si tradurrà con un aumento medio del 13,98% per ogni utente, è dovuto soprattutto alla necessità di fronteggiare la quota annuale della spesa per contenziosi storici dell’amministrazione comunale, risalenti addirittura al 2010, ma anche alle nuove regole che impongono a chi paga regolarmente di coprire il “buco” di bilancio causato dai morosi. In pratica, si paga il “prezzo” della mancata lotta all’evasione degli anni precedenti e di due grossi debiti, che hanno la propria genesi quasi dieci anni fa.

Uno è quello con la società Progetto Ambiente, dovuto alla correzione delle tariffe di conferimento nell’impianto di Cavallino. Un macigno che è piovuto su tutti i Comuni della provincia di Lecce e che è stato definito nei mesi scorsi: il Comune neretino deve un conguaglio di 1 milione e 400 mila euro che l’amministrazione comunale ha deciso di “spalmare” in sette annualità per alleggerire il carico sugli utenti. L’altro è quello del Tefa, il tributo provinciale per l’esercizio delle funzioni di tutela, protezione e igiene dell’ambiente, per il quale il Comune di Nardò ha una esposizione debitoria sin dal 2010 nei confronti della Provincia di Lecce che ammonta oggi a circa 1 milione e 200 mila euro, in questo caso “spalmati” in quattro annualità.

“Siamo riusciti a ridurre all’osso l’aumento che deriva da normativa e contenziosi – spiega il sindaco Pippi Mellone – e che incide su un importo fortemente ridimensionato: risulta provvidenziale la riduzione del 10% della Tari, che abbiamo voluto nel 2017 e confermato l’anno scorso, grazie a una intelligente razionalizzazione dei costi, in accordo con il gestore.

Quel 10% in meno rende modesto l’aumento di questa annualità, in cui siamo costretti, ancora una volta, a mettere le pezze a situazioni debitorie che risalgono al 2010. Il contenzioso con la Progetto Ambiente vede invischiati tutti i Comuni salentini, e il debito Tefa, entrambi spalmati per evitare salassi ai neretini. In più c’è la genialata del governo Renzi, che costringe i pagatori a coprire i debiti di chi non paga.

Una situazione incresciosa che pesa fortemente in una città dove, prima di noi, la lotta all’evasione era uno slogan elettorale.

Ora, per l’ennesima volta, tocca a noi rimboccarci le maniche, sciogliere nodi intricati e ormai incancreniti per le casse dell’ente e spazzare via un’ulteriore maceria del passato. A questo si aggiunge un problema culturale: avremmo potuto fare un enorme “investimento” per il futuro accettando di ospitare sul nostro territorio l’impianto pubblico di compostaggio, costruito dalla Regione Puglia, che ci avrebbe permesso di ridurre considerevolmente i costi di conferimento che oggi arricchiscono i privati, ma la solita opposizione preconcetta ed allarmista di una parte della politica neretina ci ha costretti a non farlo.

Se avessimo una opposizione intelligente sarebbe meglio per tutti, ma purtroppo non è così e sono convinto che adesso si lancerà anche nel giochino perverso dell’aumento Tari, che ha una chiara matrice gestionale in una parte politica e che noi abbiamo neutralizzato in anticipo con la riduzione del 2017”.

“Rispetto al passato – aggiunge l’assessore al Bilancio Gianpiero Lupo – pesa anche il fatto di non poter più definire di concerto con il gestore dei servizi rifiuti il piano finanziario, come accaduto nel 2017 con una riduzione dei costi di 733 mila euro e una bolletta Tari più leggera del 10%.

Il Consiglio comunale si limita a una semplice presa d’atto del quadro finanziario determinato dal costo dei conferimenti definito da Ager. Viceversa, ha inciso in positivo l’aumento della platea dei contribuenti grazie all’efficace attività di accertamento svolta dall’amministrazione comunale, che ha individuato circa 1 milione e 600 mila euro di mancati pagamenti della tassa sui rifiuti.

La portata dell’aumento Tari sarà significativamente ridotta per tutti gli utenti che con il nuovo servizio di raccolta differenziata utilizzano la compostiera per la raccolta dei rifiuti organici, per i quali è prevista una riduzione del 10% nelle parti variabile e fissa della tassa per chi vive nell’area extraurbana e solo nella parte variabile per chi vive nell’area urbana”.

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