Nardò,26 marzo_ Non è passato tanto tempo dall’ ultima di una lunga serie di editoriali con cui lorasalento stigmatizzava l’uso o peggio l’abuso da parte di taluni nel “campo vasto” dell’informazione di “vestire le notizie” e non dare “le notizie”, come si dovrebbe, al più commentandole.

Gazzetta del Mezzogiorno 26 marzo 2019

E’ noto a tutti, poi c’è a chi piace e a chi no:  la pagina locale della Gazzetta del Mezzogiorno,(martedì 26 marzo 2019) e si spera solo quella neretina, rappresenta “un caso emblematico” di faziosità mediatica e di abuso della carta stampata a fini politici, un giornale a se stante, molto lontano dallo stile equilibrato e rigoroso costruito nei decenni dal giornale di piazzale A. Moro .

Infatti, ogni pretesto costituisce l’occasione per costruire una speculazione politica e per tentare di inclinare l’immagine del primo cittadino.

Questa volta “la velina” riviene dal contesto della cronaca giudiziaria , di fatto una “non cronaca”, poiché un mero rinvio per acquisire ulteriori atti, viene trasformato dal giornale citato o da “chi” per il giornale ha scritto un successo giudiziario.

Invece, basterebbe leggere bene il provvedimento del GIP, che non ha i crismi della definitività e quindi non dovrebbe avere particolare valenza mediatica, per capire che la decisione è solo rimandata e che prima di cantare vittoria occorrerebbe aspettare i provvedimenti finali; si chiamano sentenze o ordinanze e spesso stravolgono i desiderata di una parte rispetto all’altra, anzi le anticipazioni non sempre portano bene.

Ancora una volta, ma i casi sono tanti,  la funzione dell’informazione viene svilita, ancora una volta al ruolo di “cane di guardia del potere” si preferisce quello più comodo, ma meno dignitoso, di “cane da riporto”, di qualcuno, che approfitta dell’interpretazione benevola di qualche virgola, per autoincensarsi (finché dura) sulla carta stampata o su qualche bacheca social.

La redazione