Nardò,9 luglio_ E’ affascinante prendere atto della smisurata efferatezza con cui Marcello Risi e i suoi giannizzeri, ripetutamente, infieriscono sulle mortali spoglie del Pd Neretino. Si va ben oltre il vilipendio di cadavere, qualcuno si avventura a parlare di occultamento, visto che del partito a Nardò non è rimasta neanche la salma.
Non vi è dubbio che, Risi non ha fatto tutto da solo, troppo pesante il cadavere per una persona minuta e, senza peso, come lui; avrà operato, sicuramente,in buona compagnia, del resto, cosa è una sinistra senza compagni?
A consumare il <<misfatto>> vi è stato certamente il concorso di colpa di personaggi indimenticabili della sinistra neretina, tra tutti,l’enfant prodige: Lorenzo Siciliano; neo dimissionario dall’incarico nella segreteria regionale;che dire, vedremo l’effetto sullo spread alla riapertura dei mercati e leggeremo domani cosa riporterà la stampa internazionale in merito.
Amici lettori dell’Ora, non potevo esimermi dal commentare, quella che per molti profili rappresenta, sicuramente, la più importante intervista della stagione; in disparte la circostanza che, ad ospitare l’intervento del Notabile della sinistra neretina, siano state non una ma ben due tra le penne rosse più acute del panorama cittadino; più volte radenti il premio Pulitzer, insomma, roba da rabbrividire per l’emozione e scusate l’omissione dei nominativi, ma attesa la notorietà sarebbe una ripetizione superflua, sono sulla lingua di tutti.
«Est modusin rebus – affermava Orazio – sunt certidenique fines, quos ultra citraquenequit consistere rectum» – “(Vi è una misura nelle cose; vi sono determinati confini, al di là e al di qua dei quali non può esservi il giusto)”, e ciò che traspare dall’intervista di Risi è appunto il senso della misura e la moderazione oltre la raffinatezza e l’eleganza del pensiero.
Sono certo che, la sinistra neretina merita di essere rappresentata da un Cultore della gentilezza, aduso ad elevarsi rispetto alla platea di sproloquianti via web; del resto, Risi non è altro che il Primus inter pares e frequentando accoliti delle più importanti scuole filosofiche europee, come il già citato enfant prodige,non potevano che essere questi i risultati.
Picchi di ‘neorealismo’ si conseguono dinanzi al giudizio tranchant riservato al primo cittadino: <<…Francamente non si capisce di cosa si occupi dalla mattina alla sera, visto che, fra l’altro, non lavora >>, chi, del resto, meglio di lui, Principe del Foro salentino, a metà strada tra ‘Gino Giugni’ e ‘Franzo Grande Stevens’ ad instillare queste supposizioni, pardon supposte, che ironia della sorte ritornano sempre ad un‘foro’,quasi a voler chiudere il cerchio.
Le stroncature ironiche riservate al Presidente della Regione e al <<fido>> Stefanazzi meriterebbero caminetti di studio nelle migliori Università europee, alla stessa stregua,quella riservata ai due suoi indimenticati ex assessori: Renna e Natalizio, non vi è dubbio che l’abbinamento, tra questi ultimi, appare opportuno non tanto per le scelte politiche succedanee alla sua Giunta, quanto per l’immediato richiamo alla festività sacra cara a tutti noi, di certo,non si può convenire che i due personaggi siano fuori stagione e più aderenti a ben altro clima, rispetto a quello rovente dell’estate.
Per parlare di altro e senza voler proporre un facile accostamento, che risulterebbe, del tutto, inveritiero e inappropriato, rispetto ad un profilo cosi nobile della politica cittadina, ma solo per esigenze narrative, mi permetto di proporre una considerazione di Gaber a proposito della definizione di cretino: <<È colui che si sente responsabile di nulla, a partire da ciò che fa e ciò che dice,perché la colpa è comunquedegli altri. Incosciente e lagnoso.Impreparato alle delusioni e alle sconfitte. Incapace di farsi carico delle proprie disgrazie “senza dare la colpa all’epoca e alla storia>>.
René Girard diceva che “il rancore è il lutto di ciò che non è stato. Si prova quando si anela a qualcosa e non la si ottiene: una promozione, un aumento dello stipendio, un applauso, una elezione, una poltrona”.
Se la sinistra non si libererà del rancore di certi personaggi e magari anche dei personaggi stessi, non credo che Mellone avrà grosse difficoltà a riaffermarsi alla guida di una autorevole classe dirigente di questa città.
Bartolo Hanner.