Nardò,30 ottobre_ Il Distretto della Preistoria di Nardò di nuovo sotto la lente degli studiosi.  La direttrice del Museo della Preistoria di Nardò Filomena Ranaldo ha accompagnato ieri una delegazione di studiosi composta da Andreas Lippert (Istituto di preistoria e archeologia storica dell’Università di Vienna), Christian Zindel (Istituto federale di Tecnologia della Svizzera), Joachim Matzinger (Accademia delle scienze austriaca in Albania) e Monica Genesin (Università del Salento) nei luoghi più significativi del Distretto. Lippert è un docente di preistoria e, tra le altre cose, ha diretto le ricerche sulla “Mummia del Similaun”, Zinder invece concentra da anni le sue attività di ricerca sull’Età del Ferro, mentre Matzinger è un linguista, autore peraltro di una monografia sulla lingua messapica. L’assessore all’Ambiente e ai Musei Mino Natalizio ha portato i saluti istituzionali e ha illustrato loro il percorso di valorizzazione avviato in questi anni. Poi la delegazione ha visitato il Museo della Preistoria, il Museo del Mare Antico di Nardò prima di dirigersi verso il parco di Portoselvaggio.
“L’attenzione costante degli studiosi – spiega Mino Natalizio – ci inorgoglisce, perché sono ulteriori opportunità di conoscenza e di approfondimento da parte della comunità scientifica nei confronti dei tesori archeologici del Distretto. Sono anche la dimostrazione che il percorso di tutela e valorizzazione fatto in questi anni da enti e organismi interessati sta dando frutti molto importanti, non solo in termini di fruizione”.
“L’importante patrimonio preistorico di Nardò – rileva Filomena Ranaldo – che da decenni suscita grande interesse nella comunità scientifica e su cui il Museo ha attivato importanti progetti di ricerca, oggi diviene strumento di crescita per la comunità neritina e per i visitatori che hanno la possibilità di “fruire” anche la storia plurimillenaria di questo paesaggio. Visite come quella di ieri dimostrano l’attenzione costante che c’è da parte di studiosi e ricercatori verso questo patrimonio”.
Il Museo della Preistoria di Nardò è stato inaugurato nel 2017, è ubicato nell’ex chiostro di S. Antonio e al suo interno sono studiate e valorizzate le più antiche testimonianze archeologiche e paleontologiche rinvenute sul territorio neretino, fondamentali per ricostruire la storia umana e l’evoluzione del paesaggio attuale. Un viaggio nel tempo che inizia intorno ai 70 milioni di anni fa, con una collezione di pesci fossili risalenti alle ultime fasi del Cretaceo, e prosegue con i manufatti prodotti da Neandertal e dai primi Sapiens che si diffusero nel continente europeo.
Il Museo del Mare Antico, ubicato nella sede di via Marinai d’Italia, ospita importanti reperti di età romana provenienti da indagini archeologiche effettuate nel mare e lungo la costa neretina. Inizialmente concepito per accogliere i resti della nave romana di S. Caterina, si articola oggi in un programma di ricerche di archeologia dei paesaggi marittimi, con scavi e prospezioni a terra e a mare, finalizzato a ricostruire le dinamiche di evoluzione e di popolamento della costa nei secoli, così come le rotte e i circuiti commerciali che la toccavano.
Il Parco Naturale Regionale di Portoselvaggio e Palude del Capitano custodisce siti archeologici ritenuti preziosi dalla comunità scientifica internazionale nello studio di uno dei passaggi più importanti della preistoria europea, quello dell’avvicendamento da uomo di Neanderthal a quella di Homo sapiens. Le ricerche, sin dagli anni Sessanta del secolo scorso, sono state concentrate nella Baia di Uluzzo, nei siti archeologici di Grotta del Cavallo, Capelvenere, Torre dell’Alto, Uluzzo e Uluzzo C, per poi proseguire in tutta l’area di Portoselvaggio con le indagini a Grotta Bernardini, Serra Cicora A, Serra Cicora Villaggio. Attualmente il Museo della Preistoria, oltre a proseguire le indagini geo-archeologiche in alcuni di questi siti, ha avviato progetti di ricerca mirati a ricostruire l’evoluzione dei paleo-ambienti e a valorizzare l’intero Distretto della Preistoria di Nardò.

 

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