Bari,28 dicembre_ Nel 2019 l’alimentare pugliese riguadagna il terreno perso nel 2018 e traina la ripresa economica con oltre 2 miliardi di euro di esportazioni e una Produzione Lorda Vendibile che si attesta su 3,6 miliardi di euro. E’ la stima di Coldiretti Puglia sull’andamento del settore agricolo nel corso del 2019 che recupera e si afferma meglio di altri settori produttivi, a dispetto della paralisi amministrativa che continua a bloccare le risorse del PSR, il clima pazzo e il disastro colposo causato dai ritardi nella gestione della Xylella fastidiosa.

“Il valore delle produzioni agricole torna a crescere del 22% rispetto all’anno scorso, principalmente grazie al recupero della filiera olivicola e olearia – aggiunge Coldiretti Puglia – che dopo il crack nel 2018 causato dalle gelate, segna un aumento del 128% rispetto all’anno precedente e la crescita sarebbe stata anche più alta se le quotazioni delle olive in campagna fossero state più soddisfacenti. Buone le performance di vino, pasta e formaggi che tra l’altro sono al centro delle scelte dei pugliesi per le festività”, spiega Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.

“E’ proprio il segmento del food a guidare una sorta di mini risalita dell’economia pugliese. Anche dalle scelte di acquisto di questi giorni – aggiunge Muraglia – dipende il futuro di migliaia di aziende agricole e agroalimentari con un impatto rilevante sul lavoro e sull’economia Made in Italy ma anche la difesa del patrimonio di biodiversità, dell’ambiente e il contrasto alla crisi climatica. L’agroalimentare con regali enogastronomici, pranzi e cenoni è quest’anno la voce più importante del budget che le famiglie pugliesi destinano alle feste di fine anno – insite il presidente Muraglia – con una spesa complessiva per imbandire le tavole delle feste di di circa 145 milioni di euro per prodotti agroalimentari che l’85% dei pugliesi consumerà nelle case”.
La famiglia pugliese conserva tradizioni fortemente radicate sul cibo per le feste – spiega Coldiretti Puglia – dove non possono mancare le tradizionali anguille arrostite con le foglie d’alloro, oltre a spigole, cozze, mazzancolle, scampi, canocchie, cannelli, seppie e polpi, gallinella e triglie, per passare agli acquisti di carne, le cime di rape stufate, panzerotti fritti con ripieno di mozzarella, pomodoro e formaggio o con ricotta scuanta, baccalà in umido (con cipolla e olive), baccalà fritto, agnello al forno con lampascioni, cutturidd e per finire dolci come le pettole (frittelle tonde che si possono anche intingere nello zucchero), le cartellate (dolci fritti a forma di rosa e guarniti con miele o mosto), il torrone e i porcedduzzi (frittelline piccolissime con miele o zucchero), fichi secchi e pasticceria di mandorle.

“L’agricoltura pugliese è viva, a dispetto della mancanza di visione e strategia della politica regionale che ha lasciato noi imprenditori agricoli soli ad affrontare le emergenze dei prezzi bassi in campagna, della tropicalizzazione del clima, dell’attacco di malattie aliene provenienti dall’estero, senza alcun sostegno allo sviluppo rurale che ha ‘mangiato’ competitività alle imprese agricole pugliesi”, conclude il presidente Muraglia.

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