Fino a martedì 4 febbraio persisterà in Puglia la finta primavera con temperature alte rispetto alla media stagionale che toccheranno anche i 18°, poi da mercoledì ci sarà una brusca inversione per l’arrivo di un flusso di aria fredda ed instabile associato a venti forti da nord con il crollo della colonnina di mercurio, ennesimi fenomeni estremi di shock termici che provocano ingenti danni in campagna. E’ quanto emerge dal monitoraggio della Coldiretti Puglia sull’andamento del clima pazzo, con ripetuti shock termici, nubifragi improvvisi che inondano di fango campi e strade rurali, danneggiano ortaggi e verdure in campo, trombe d’aria e tornado strappano gli alberi, fanno crollare a terra olive e frutti, con un bilancio gravissimo nelle aree rurali, dove gli agricoltori hanno già subito gli effetti di 56 eventi estremi, di cui ben 8 tornado in 5 mesi, sulla base della Banca dati europea sugli eventi estremi ESWD.
“Scenari primaverili, con alberi di pero in fiore a dicembre e mandorli fioriti a gennaio, a causa del clima pazzo e della tropicalizzazione che fa registrare temperature bollenti, superiori di 1,39 gradi la media stagionale. L’agricoltura pugliese per effetto dei cambiamenti climatici ha perso più di 3 miliardi di euro nel corso del decennio tra produzione agricola, strutture e infrastrutture rurali. Disastrosi gli effetti sui campi del clima pazzo che azzera in pochi attimi gli sforzi degli agricoltori che perdono produzione e al contempo subiscono l’aumento dei costi a causa delle necessarie risemine, ulteriori lavorazioni, acquisto di piantine e sementi e utilizzo aggiuntivo di macchinari e carburante. Gli imprenditori si trovano ad affrontare fenomeni controversi, dove in poche ore si alternano eccezionali ondate di maltempo a siccità perdurante e caldo anomalo“, spiega Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.
A nulla vale più la programmazione degli orticoltori che in Puglia raccolgono broccoli, cavoli, sedano, prezzemolo, finocchi, cicorie, bietole, tutti maturati contemporaneamente per le temperature primaverili. “Con la natura sconvolta a preoccupare è l’effetto del possibile improvviso abbassamento della temperatura sulle piante in fiore con effetti disastrosi sulla raccolta dei frutti primaverili. Sono eventi estremi per cui il meccanismo della declaratoria di calamità naturale e del Fondo di solidarietà naturale, così com’è strutturato, non funziona più”, conclude Muraglia.

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