Nardò,20 marzo_ Parrucchieri direttamente a casa dei clienti “alla faccia” del coronavirus: i professionisti neretini denunciano l’attività pericolosa e scorretta. L’allarme arriva da circa quaranta parrucchieri professionisti di Nardò, da quasi due settimane con le saracinesche abbassate per via del decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri che per contenere i contagi da coronavirus vieta l’esercizio della loro professione. «Denunciamo pubblicamente – dichiarano – l’azione rischiosa di chi in questo periodo effettua tagli di capelli e altri servizi simili a domicilio.

Un fenomeno pericoloso che purtroppo registriamo a Nardò e nel resto d’Italia! Il decreto parla chiaro: in questi giorni drammatici la nostra attività non può essere svolta! Ciascuno di noi sa bene il danno economico che sta subendo ma la salute viene prima di tutto. Qualcuno però è “sordo” – denunciano i parrucchieri – e noncurante delle leggi compie una doppia illegalità, sia perché lavora in nero sia perché svolge un servizio che in questo momento è vietato! Tutto ciò non solo causa danni economici ai professionisti onesti che pagano le tasse e sono costretti a rimanere a casa (credeteci, in questo momento è il problema meno importante) ma soprattutto provoca danni sanitari che ricadono sull’intera comunità. Tali “soggetti” – rimarca con forza il nutrito gruppo neretino – rischiano di essere vettori di coronavirus, contagiando o venendo contagiati a loro volta! Con questi comportamenti irresponsabili l’Italia non ne verrà a capo! Chiediamo con forza alle autorità preposte di inasprire controlli e sanzioni altrimenti da questa grave situazione non se ne esce facilmente».

L’assessore comunale allo Sviluppo Economico Giulia Puglia conferma l’esistenza del problema: «Sappiamo che più di qualcuno in questi giorni sta facendo il furbo in barba alle regole e alle più elementari norme di prudenza e buon senso. Premesso che da oggi sono in servizio dieci agenti in più di Polizia Locale e siamo in coordinamento permanente con le forze di polizia preposte alle verifiche dei DPCM, è evidente che scovare chi si reca al domicilio del cliente non è affatto facile.

Consideriamo sacrosanta la protesta dei parrucchieri e la sosterremo – prosegue – considerato che è una delle categorie professionali maggiormente colpite dall’emergenza. L’appello è doppio. Sia agli irresponsabili che mettono a repentaglio la salute propria e degli altri, sia nella stessa misura ai clienti irresponsabili. Non chiamate i parrucchieri e non accettate nemmeno la prestazione dei cosiddetti “regolari”– conclude l’assessore Puglia – poiché il divieto vale anche per loro. Non c’è giustificazione che tenga, per nessuno».

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