Nardò, 25 marzo_ Il sindaco di Nardò, avv. Pippi Mellone, affida al social, Facebook, le sue considerazioni dopo la conferenza stampa del presidente del consiglio dei ministri , avv. Giuseppe Conte. Considerazioni amare di un primo cittadino alle prese con problemi seri nella sua comunità in questo difficile momento di emergenza nazionale e mondiale. Non si è risparmiato nel rimarcare la delusione di non avere strumenti adeguati per far fronte alle tante domande che i cittadini affidano a questa amministrazione.
Amministrazione che senza clamore mediatico, tolta la pagina del primo cittadino e i comunicati istituzionali,si adopera a tempo pieno e oltre senza prestare il fianco a trombe, trombette e i pifferi che la comunità virtuale alimenta più per morbosa curiosità che per ragionevole condivisione di invettive partorite più per attacchi di disperazione che per buon senso.
Una situazione amara dove la latitanza di risposte certe dal governo su misure di sospensione del sistema tributario locale e alle misure dettate dalla necessità contingente vengono affidati proprio ai primi cittadini. Primi cittadini responsabili della salute e sicurezza della loro comunità e soprattutto responsabili dei mille rivoli di realtà nude e crude che affiorano e che i molti, ma forse le trombe e le trombette e i pifferi conoscono benissimo (!), sono all’oscuro. Un pezzo della nostra comunità che sino a ieri viveva alla giornata, arrancando ogni momento tra mille difficoltà.
Questa porzione di cittadini invisibile ai molti che in silenzio e senza voce fanno la loro parte. Senza dimenticare, oltre a loro, la Nardò laboriosa quella composta da imprenditori coraggiosi che a denti stretti chiamati a fare la loro parte. Il silenzio surreale fa da contorno a questo rumore assordante che si manifesta giorno dopo giorno di quarantena forzata. I social strumento di sfogo, strumento per manifestare la rabbia contro chi si è scoperto probabilmente non all’altezza di governare una nazione in tempi emergenziali? .
Rabbia per dover fare i conti con la realtà e , forse, riscrivere un altro domani. Un tempo interminabile si prospetta all’orizzonte dettato dal propagarsi della pandemia e il presunto pressapochismo politico nazionale ha fatto emergere come la meritocrazia è fondamentale .
Per ora ci auguriamo che la ragione e il buon senso sia l’arma vincente contro l’emergenza in atto. E domani ? Dovremo rimettere mano ad una nuova classe politica ? Assolutamente! Ma attenzione nuova non ex novo, non si dovrà ripescare da uno stagno maleodorante uomini o donne dalla provata incapacità dimostrata in un passato certo.
Sono momenti in cui la memoria dovrà registrare . Non perdete tempo dietro le fesserie dettate dall’opportunismo unto di volgare meschinità … Non hanno mai fatto nulla sino a ieri e dovremo illuderci che domani sia diverso ?; dovremo crede alle baggianate di un ipotetico mago Zurlì che con la bacchetta magica e con uno slancio di altruismo sia capace di risolvere i nostri datati problemi? Illusi!
Occorre indignarsi a prescindere …
La lettera di Mellone a Conte su FB :
Questa volta, Presidente, mi sarei aspettato di più. Non è mio costume commentare su questa pagina i fatti nazionali. Io faccio il sindaco. In queste settimane ho comunicato quel che ho fatto per Nardò, la mia città. Non ho fatto nessun video, nessuna diretta web. Ho comunicato i fatti.
Spesso facendo scelte forti, decise e veloci. Ho chiuso le scuole prima del Governo. Ho chiuso i mercati prima del Governo. Ho avviato la sanificazione degli ambienti e della città prima delle indicazioni del Governo. Ho deciso, anche, di chiudere tutti gli esercizi commerciali la domenica, per evitare situazioni a macchia di leopardo e per assicurare tranquillità e riposo ai lavoratori.
Il Governo oggi chiarisce che sì, noi sindaci possiamo e dobbiamo decidere per la nostra comunità e questo restituisce chiarezza a quel che ho fatto.
Ma oggi dal Governo mi sarei aspettato una parola (e un fatto!) in più per le famiglie.
Una parola (e un fatto!) in più per le partite iva: #professionisti, #commercianti, #artigiani, #agricoltori, operatori dello spettacolo, #artisti.
Mi sarei aspettato una parola in più per gli anziani e le badanti (come devono lavorare? Con quali mezzi e quali premure?). Mi sarei aspettato una parola in più per chi vive in luoghi isolati, per i bambini e gli studenti. Per tutte quelle persone che oggi si chiedono come e con quali soldi devono #FARElaSPESA.
Ho letto che nel suo Governo c’è chi si preoccupa per coloro che lavorano in nero, che campano di espedienti. Io mi sarei aspettato anche una parola (e dei fatti, molti fatti) per tutti gli autonomi, i precari, le microimprese, i professionisti che lavorano alla luce del sole, affrontano il rischio d’impresa, pagano le tasse, facendo anche debiti per pagare quelle tasse con cui, oggi, teniamo aperti gli ospedali.
Quindi, Presidente, la prossima volta non ci renda solo “edotti” di multe e divieti, ma ci spieghi cosa sta facendo il Governo per far vivere, oggi, il popolo italiano.