Nardò,2 aprile_ La notizia dell’apertura di un’inchiesta da parte della Procura della Repubblica di Lecce, sui drammatici fatti occorsi alla RSA di Soleto, appare un atto dovuto e di buon senso.
Il PM incaricato dr. Alberto Santacatterina, lunga esperienza nell’antimafia della DDA di Lecce, saprà individuare un metodo per far luce su una vicenda dai molteplici lati oscuri e per far emergere, ove sussitenti, le responsabilità.
Fatti gravi ed oscuri come il maledetto virus; questo Covid-19, che subdolo ed invisibile e,al momento, privo di cure farmacologiche efficaci, sta condizionando la vita di tutti noi, serbando in ciascuno di noi l’insicurezza e il disagio di non sapere cosa potrà accadere.

La sicurezza di una assistenza non solo adeguata, ma anche solo minima, sembra essere venuta meno nella casa di riposo “La Fontanella” di Soleto, ben presto trasformata in “casa degli errori”.
Alla prevedibile e legittima obiezione è facile parlare col “senno del poi”, perché tutti eravamo impreparati ad affrontare questo cataclisma, lo erano e lo sono le ASL, con il personale, tuttora, sprovvisto dei presidi di sicurezza ed esposto, eroicamente, al rischio contagio, dove l’eroismo è legato alla consapevolezza di correre il rischio in ragione della modestia dei mezzi e delle misure organizzative.


Ma non possiamo attardarci sui profili generali non possiamo mischiare pubblico e privato per quanto vedremo, da qui ad un momento, come la connessione sia indivisibile e torniamo, quindi, alla casa degli errori, alla RSA di Soleto.
Troppi morti e troppi contagiati, negli assistiti e per quanto riguarda il contagio anche negli assistenti; in una struttura sanitaria che aveva il compito esattamente contrario a quello disvelatosi, di garantire la protezione degli ospiti, di allontanare, per quanto possibile, il fine vita si è trasformata in un taxi, non richiesto, verso la morte.
Giustamente, la cronaca si sofferma sul dato anagrafico delle vittime, tutte molte anziane, anche una centenaria è deceduta, “requiescat in pacem, stupore ingiustificato, poiché non possiamo dimenticare che si trattava di una RSA e non di una Scuola Materna e/o di un centro sportivo giovanile.
E’ difficile ammetterlo, ma l’età matura rappresenta, per tutti, proprio tutti, un comodo rifugio per gestire, il disarmo e il dolore, l’impotenza di una fine imprevista, ma atteso il contesto, quasi segnata, ineluttabile e quindi prevedibile, altrochè.
Tuttavia, non può non dirsi troppo comoda la via d’uscita, per lavare le coscienze di tutti noi; il pertugio per svicolare dall’interrogarsi su cosa si poteva fare e non si è fatto per salvare o per garantire alle persone, che restano tali anche a 150 anni, di sopravvivere all’incuria, alla superficialità, alla carenza di misure precauzionali, all’inesistenza di un piano dell’emergenza.
Appare lecito domandarsi: chi controlla il controllore? Cosa era previsto che si facesse e non è stato fatto, non solo alla Fontanella di Soleto, ma in tutte le case di cura per anziani e non italiane, a chi imputare la colpa di organizzazione, sempre se di sola colpa si tratti. Non vorremmo pensare ad ipotesi di responsabilità peggiore come il dolo eventuale, ossia ilmetter in conto che ciò che è, poi, accaduto, sarebbe potuto accadere; dolo eventuale, non tanto rispetto alla patologia specifica, ma quanto alla astratta possibilità che qualsiasi imprevisto avrebbe potuto determinare quello che è effettivamente successo: il disastro!
A questo punto ci viene da menzionare <<l’homo homini virus>> di Massimo Gramellini per cui oggi <<al borsino della paura, un pensionato con la polmonite vale tre scafisti col raffreddore>>.
Una democrazia matura capace di reagire alla pandemia con il rigore delle misure anti-contagio ha il diritto di capire con altrettanto rigore e fermezza, cosa non ha funzionato prima del verificarsi della stessa, perché, le misure precauzionali e preventive, lo dice la stessa parola vengono comunque prima e non dopo e comportano un prezzo salato che al momento è stato pagato con la vita da chi aveva il diritto di essere tutelato e quindi di non pagarlo.
Vivremo, speriamo, abbastanza a lungo per capire se questa verità insieme a tante altre che tratteggiano questa singolare pagina di storia che stiamo vivendo, verrà disvelata, intanto ai defunti di Soleto e a tutti i defunti, il nostro più sentito cordoglio.

LA REDAZIONE

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