Lecce, 14 luglio – Cgil Cisl Uil di Lecce, unitamente alle rispettive Federazioni di categoria dei Pensionati e della Funzione Pubblica, hanno richiesto in data odierna al Direttore Generale della ASL di Lecce Dott. Rodolfo Rollo la riconvocazione urgente del tavolo di confronto sui temi sanitari istituito a seguito dell’Accordo regionale del 12 dicembre 2016. Urge infatti il riavvio di un confronto territoriale su alcuni temi di cogente attualità: la gestione delle liste d’attesa, il riordino della rete ospedaliera e la strutturazione della medicina territoriale (risultata strategica anche nella gestione dell’emergenza Covid) l’integrazione socio-sanitaria, gli interventi Covid e la gestione delle RSA.

L’emergenza Covid ha infatti evidenziato ed ulteriormente aggravato alcuni deficit strutturali, a partire dalle liste d’attesa relative a ricoveri, visite ambulatoriali, esami diagnostici, esami di laboratorio, day service e prestazioni non urgenti che registrano ad oggi ritardi non più sostenibili.

La graduale ripresa delle prestazioni sanitarie disposta dalla Regione Puglia in concomitanza con la Fase 2 e la messa a regime delle stesse non possono prescindere da una strategia di sistema che metta a rete tutte le risorse del Sistema Sanitario territoriale, in modo da arginare e progressivamente rimuovere la stridente disparità tra la richiesta di prestazione e l’offerta, dal punto di vista dei tempi e delle quantità. I ritardi accumulatisi nel tempo vengono infatti ormai percepiti e vissuti dai cittadini come un insostenibile disservizio.

L’obiettivo del confronto richiesto è dunque quello di ricercare soluzioni condivise per tutelare i cittadini, prioritariamente quelli più bisognevoli, consentendo loro un rapido accesso alle prestazioni necessarie. Ciò può essere raggiunto attraverso l’implementazione di soluzioni che ne aumentino equità, trasparenza nella gestione delle agende, correttezza, appropriatezza ed efficienza: incremento della dotazione organica, ottimizzazione dei modelli organizzativi e dei tempi di utilizzo delle attrezzature di diagnostica e della conseguente produttività, separazione dei canali per le diverse tipologie di accesso (primo accesso e cronicità), ridefinizione del fabbisogno di prestazioni, piena attuazione del Piano Aziendale da tempo varato.

Per la realizzazione di tale piano occorre, come già evidenziato più volte al tavolo del confronto, avviare con immediatezza i tavoli aziendali per l’organizzazione del lavoro del personale coinvolto e avviare un piano di reclutamento che possa compensare il deficit organico generato dalle tante unità di personale collocato in pensione. Occorre inoltre operare un’attenta analisi del nuovo fabbisogno di prestazioni specialistiche e strumentali, alla luce del nuovo stato demografico ed epidemiologico del territorio, rinegoziando, ove necessario, quantità e tipologia delle prestazioni rese dal privato accreditato, operando possibili rimodulazioni delle prestazioni intramoenia, fino al riassorbimento dei ritardi, senza trascurare l’applicazione di modelli di telemedicina sostenibili per l’Azienda e per gli utenti.

Occorre infine operare una riorganizzazione dell’apparato amministrativo e tecnico e procedere alla predisposizione ed approvazione di un efficace piano di comunicazione rivolto sia agli utenti sia agli operatori dei servizi. Il piano aziendale non potrà camminare da solo, ma necessiterà di una integrazione con i percorsi relativi al riordino ospedaliero, i percorsi di medicina territoriale, con particolare riferimento ai presidi territoriali di assistenza che evidenziano ancora forti ritardi non più giustificabili, e l’attuazione dei progetti finanziati con fondi europei, destinati all’acquisto di nuove strumentazioni, alla realizzazione di nuove infrastrutture ed alla messa in sicurezza di alcuni presidi già operativi. Solo la tempestività e la qualità degli interventi potrà garantire il pieno e qualificato utilizzo di tali risorse che, mai come in questo momento storico, risultano strategiche per la qualificazione ed il rilancio del nostro sistema sanitario pubblico.

L’emergenza Covid implica inoltre una attenta riflessione su presidi dedicati e interconnessione con una efficace medicina del territorio nonché una particolare attenzione ai processi di accreditamento delle strutture di assistenza e gestione di ingressi e degenze. Infine è necessario dare continuità alla condivisione dei flussi informativi e della mappatura delle priorità aziendali che deve sempre più rispondere ai reali bisogni di salute del territorio.

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