L’eccitazione delle tastiere di queste ultime ore, per la verità<<POCHE>>dei denigratori del Sindaco Mellone, in merito <<all’affaire sulla falsa autenticazione delle firme di onesti candidati consiglieri>> non ci ha colti di sorpresa.

Un atto dovuto, arrivato puntuale come i treni al tempo del fascismo,qual è l’iscrizione nel registro degli indagati, il c.d. avviso di garanzia, per <<i soliti noti>>equivale già a sentenza di condanna, per cui, non varrebbe neanche la pena aspettare: l’archiviazione, (ipotesi improbabile per leggere questi principi del “Foro Forchense”), ovvero, la celebrazione di un processo, perché il loro convincimento prevale su tutto, MELLONE è colpevole, al di là di ogni ragionevole dubbio.

Strano, ma non troppo, che la coincidenza dell’avviso di garanzia al sindaco di Nardò con il recepimento dell’Italia della direttiva comunitaria sulla <<presunzione di innocenza>>, (per quanto l’art. 27 della Costituzione sarebbe di per sé bastato ed avanzato), sia passato inosservato; purtroppo in un Paese di <<garantisti a targhe alterne>> e di <<ipocriti forcaioli>>siffatta circostanza non rileva, specie se ad avvantaggiarsene possa essere un avversario politico.

Il refrain Dimissioni associato alla parola Legalità rimbalza come un bit imbizzarrito da una bacheca e l’altra di pseudo intellettuali da social media, cui si associano plotoni di “likkatori” seriali ed esperti con la licenza media inferiore o superiore conseguita privatamente  e l’attestato di partecipazione al master in procedura penale su Google.

Ecco che a dare brio ad una campagna elettorale, già depotenziata dal Corona Virus e dall’allungamento dei tempi, c’è l’illusione di una terza via, quella giudiziaria, che, in questo caso a dire il vero, più che un potenziale approdo, appare una specie di salvagente per sfigati della politica, sconfitti in partenza, più, per la pochezza delle idee, molto confuse oltretutto, sarà colpa dei corsi serali di diritto.

Sappiamo già di essere iscritti per cooptazione nella lista degli <<adulatori a prescindere>> del sindaco Mellone, e, volutamente, lasciamo crogiolarsi in tale convincimento i <<soliti noti>>; ma ai nostri amati lettori, come sempre, amiamo opporre alle sicumere di questi “avvoltoi della politica” i nostri ragionevoli dubbi.

Ci sembra davvero poco verosimile che: candidati al consiglio comunale, quasi tutti: “non di primo pelo e con precedenti campagne elettorali”, come le presunte vittime del “falso”, grazie ad un presunto misterioso delatore, (oggi, questi legulei, da tanto al chilo, direbbero Whistleblower)si siano rammentati, a distanza di anni, di verificare un atto presupposto ed essenziale, come la presentazione della lista ad una campagna elettorale, che li ha visti diretti protagonisti in un caso anche con successo.

Siamo convinti, per un verso, che il Tempo come il Fato, a volte, giochi scherzi di cattivo gusto: tra queste le improvvise  quanto tardive amnesie e, per altro verso, che le rivincite in politica andrebbero cercate sul campo delle idee e delle scelte alternative e non in quello giudiziario, che farà comunque il suo corso, magari riservando qualche sorpresa.

Chi vivrà vedrà!

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