Il mega appalto della condotta sottomarina trova una cordata di sostenitori capeggiati dall’Onorevole Alemanno, lo sponsor  principale del candidato di estrema sinistra Carlo Falangone. 

Nei giorni scorsi la deputata 5 Stelle ha presentato una bislacca interrogazione con la quale, in barba alle posizioni espresse per 10 anni dai Cinque Stelle e dal neretino Cristian Casilli, sollecita il governo a rilanciare l’appaltone della condotta sottomarina, ovvero il tubo che, secondo i sostenitori di questo sistema, dovrebbe infilarsi come una siringa nel mare di Portoselvaggio, per iniettare i reflui fognari. Una porcheria che per anni le associazioni ambientaliste hanno confermato combattuto e che è stato già definitivamente  cancellato dalle decisioni assunte, a ogni livello, in questi anni. 

I sistemi di smaltimento dei reflui urbani –  banalizzando per far capire a tutti – possono essere divisi in due tipologie: lo “scarico di merda in mare” e l’innovativo “scarico zero”. Lo scarico di merda in mare con condotta sottomarina allontana i reflui fognari dalla costa e li getta un po’ più in là. Per questo tipo di smaltimento la legge stabilisce un grado di depurazione minima. Così, se si facesse la condotta sottomarina, nel mare di Portoselvaggio, recentemente eletto a Oasi Blu, arriverebbe acqua sporca e senza alcuna possibilità di controllo.

 

Viceversa lo “scarico zero” voluto da Mellone, punta a purificare l’acqua al massimo grado di depurazione, riconsegnandola alla natura, all’agricoltura e alle falde acquifere.

In caso di troppo pieno in mare arriverebbe solo acqua pulita. Anche un bambino capirebbe quale sistema è più utile per l’ambiente e quale meno. 

Tanto che la comunità di Nardò si sarebbe aspettata dalla parlamentare un impegno per ottenere al più presto le autorizzazioni in deroga, al fine di realizzare lo “scarico zero”.

 

Una tecnologia che, è bene ricordarlo, è del tutto simile a quella in uso a Martina Franca. Non fantascienza, quindi, ma solida realtà. 

 

Invece, come un fendente alle spalle, dalla coalizione di Falangone è arrivata questa iniziativa parlamentare per sollecitare il governo circa “l’urgenza di portare a compimento la realizzazione di una con dotta sottomarina, funzionale alla messa in esercizio del sistema di depurazione” per Porto Cesareo e per il “limitrofo agglomerato di Nardò”. 

 

La vecchia politica dei Falangone e di tutta l’opposizione, che è evidentemente sulla stessa linea, si conferma sempre uguale a se stessa: non basta cambiare una casacca per allontanarsi da una storia di guai amministrativi che dura da più di trent’anni. 

Falangone è il vecchio che si ripropone.

Il progetto di collettamento dei reflui da Porto Cesareo e di scarico a mare con condotta sottomarina, nasce proprio nel grembo della vecchia politica. Solo l’attenzione delle associazioni locali e l’impegno dell’attuale sindaco ha bloccato il mega appalto della condotta sottomarina e ottenuto l’impegno per lo “scarico zero”. 

Nardò si conferma una città divisa tra chi, come l’opposizione, vorrebbe tornare indietro e chi, come la maggioranza di Pippi Mellone, viaggia veloce verso il futuro, nel rispetto della natura e del pianeta.

 

Marcello Greco

Consigliere Comunale Nardò 

Andare Oltre 

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