Lecce, 15 aprile 2021 – Un territorio fragile, che ha bisogno di investimenti sul sistema di beni e servizi che incrementino la ricchezza diffusa, ancor prima che il capitale privato. È quanto emerge dalla ricerca “Abitare il territorio fragile. Benessere, qualità della vita ed economia fondamentale nel Salento”, commissionata dalla Cgil Lecce e condotta dall’Università del Salento. Il report fotografa l’analisi di bisogni e priorità del territorio, consegnando al sindacato, ma anche alle amministrazioni locali, alle associazioni impegnate sullo sviluppo sociale del territorio ed alla comunità in generale, una lunga serie di dati, tabelle, considerazioni accademiche. La ricerca è stata condotta dai ricercatori del Dipartimento di Storia, società e studi sull’uomo dell’Ateneo in tre comuni rappresentativi dei centri abitati salentini: Lecce, Casarano e Corigliano d’Otranto, con il coordinamento scientifico del professor Angelo Salento, docente di Sociologia economica e del lavoro. 

Alla presentazione hanno partecipato: la segretaria generale della Cgil Lecce, Valentina Fragassi; il professor Salento (UniSalento); Carlo Salvemini, sindaco di Lecce; Dina Manti, sindaca di Corigliano d’Otranto; il segretario generale della Cgil Puglia, Pino Gesmundo. Il sindaco di Casarano, Ottavio De Nuzzo, non ha potuto partecipare per sopravvenuti impegni istituzionali improrogabili. 

È la prima volta in 77 anni di storia che la Cgil avverte il bisogno di una ricerca di questo tipo”, spiega Valentina Fragassi. “Lo facciamo con due obiettivi fondamentali: sapere di che cosa hanno bisogno realmente gli abitanti del territorio; capire come migliorare la qualità della vita di tutti, non solo dei nostri iscritti, con contributi concreti quali la contrattazione sociale e territoriale. L’idea è quella di offrire un contributo alla comunità e alle amministrazioni, un sostegno che vada oltre l’attuale fase emergenziale per avviare una discussione di ampio respiro su un unico grande obiettivo: il benessere pubblico, perché la ricchezza infatti, per grande che sia, nulla può in condizioni di miseria pubblica”. 

Le risultanze della ricerca parlano del forte arretramento che il pubblico, lo Stato, ha vissuto nel Paese in questi ultimi 30 anni di dominio del paradigma neoliberista”, dice Pino Gesmundo“Arretramento in termini quantitivi e qualitativi di protezioni sociali, di presìdi riconoscibili nei territori. E parlano di quanto ci sia bisogno di pubblico nel nostro Paese, come è emerso con forza in quest’anno di emergenza sanitaria, con la sanità prima frontiera della lotta al virus, ma pensiamo alla cura degli anziani, all’istruzione, ai servizi di mobilità. Ci sono ambiti in cui il pubblico non può arretrare, deve anzi investire perché in quella rete di servizi e tutele universali si sostanzia il dettato costituzionale di diritti uguali per tutti. Così al Sud non è mai stato e non è un caso che la gran parte delle risorse comunitarie del Piano Next Generation insistano proprio sul tema della coesione sociale, della riduzione del divario all’interno dell’Europa e quindi in Italia tra Mezzogiorno e Nord del Paese. La risposta sul piano politico può essere solo quella del miglior uso dei finanziamenti, per colmare questo gap e creare assieme opportunità di lavoro e di reddito, che sono le altre emergenze. In questo vuoto di risposte e di solitudine sul piano materiale e sociale, c’è il lavoro che ha fatto e che deve continuare a fare sempre meglio anche il sindacato. 

 

 

LA RICERCA IN PILLOLE 

Gli obiettivi della ricerca 
La ricerca muove dalla necessità avere basi di conoscenza indispensabili per un’azione sindacale rivolta alla promozione del benessere e della qualità della vita nel territorio salentino. Con questo lavoro, la Cgil e l’Università del Salento intendono realizzare una ricognizione dei bisogni e delle esigenze più avvertite, ma anche comprendere come si configuri, a partire dal punto di vista dei cittadini una prospettiva di qualità della vita possibile, mettendo quindi in discussione le idee di politica territoriale ereditate e spesso date per scontate dalle classi politiche locali. 

Il contesto salentino 
Il contesto salentino è molto fragile: benessere generale in declino, marcata tendenza all’invecchiamento della popolazione, riduzione del numero di famiglie giovani con figli.  La crisi del 2008 ha acuito un declino demografico di lungo periodo, legato a una complessiva crescita del disagio economico e del disagio di assistenza. Il tessuto industriale, prevalentemente contoterzista, è stato indebolito dalla concorrenza globale; le infrastrutture del benessere collettivo (in particolare sanità, scuola, trasporti pubblici) sono state erose dalle politiche liberiste. In provincia di Lecce appare particolarmente urgente la necessità di ricomporre una rappresentazione realistica della condizione presente e del futuro possibile, per superare la scissione fra l’immaginario turistico-culturale e la qualità reale della vita quotidiana. 

Il disegno della ricerca 
La ricerca è stata condotta focalizzando l’analisi su tre contesti specifici – Lecce, Casarano e Corigliano d’Otranto  scelti secondo un criterio di significatività sotto diversi aspetti: dimensioni, centralità dei flussi e caratteristiche della vita socio-economica. Gli strumenti di ricerca sono stati il questionario e l’intervista in profondità. Rimandiamo al report (o alla sintesi) per ulteriori dettagli sul campionamento. 

Le principali conclusioni della ricerca 
Il punto di vista dei cittadini ignora la prospettiva tecnocratica della competitività come chiave del benessere del territorio. Evidenzia invece che non si può elaborare un modello di sviluppo che non sia sostenuto da un modello di benessere. 
I beni e i servizi dell’economia fondamentale (ad esempio welfare, reti di distribuzione, forniture di energia) emergono come architravi del benessere collettivo. Essi risultano oggi danneggiati e carenti, e questo genera una condizione di bisogno diffuso. Tuttavia la prospettiva delineata dai cittadini intervistati suggerisce che essi siano essenziali per la garanzia del benessere quotidiano e quindi debbano essere ripristinati in forme innovative. 
La socialità emerge come un elemento indispensabile del benessere, in grado di supplire anche a carenze nella dotazione materiale dei territorio, ma ha bisogno di infrastrutture e spazi dedicati, tuttora carenti soprattutto in alcuni contesti. 
Al lavoro pubblico e agli enti intermedi, “tradizionali” e non, i cittadini attribuiscono un’importanza basilare per il futuro del benessere nel territorio. 
Per l’organizzazione e l’azione sindacale, i risultati di questa ricerca offrono non soltanto una base di conoscenze relative ai contesti analizzati, ma anche alcune indicazioni di fondo, la cui importanza è stata certamente amplificata dall’emergenza pandemica: 
•difendere e promuovere il lavoro, sia pubblico che privato, nei settori fondamentali. Si tratta di impieghi spesso svalutati, screditati e danneggiati dalle politiche della competitività, con il loro corredo di tagli, esternalizzazioni, privatizzazioni; 
la contrattazione sociale territoriale può aiutare a sviluppare migliori condizioni di accesso dei cittadini a beni e servizi fondamentali. È indispensabile che essa sia costantemente sostenuta dall’attenzione di una rete di attori accomunati dall’interesse per i beni e i servizi di uso collettivo; 
•è indispensabile costruire, con atteggiamento pragmatico, alleanze con associazioni, movimenti ed enti intermedi che hanno a cuore la promozione del benessere e dello sviluppo sostenibile. È decisivo anche il rapporto con i soggetti collettivi che praticano iniziative di innovazione socialeIn questo compito, il Sindacato è avvantaggiato dalla sua straordinaria articolazione territoriale; 
il sindacato può oggi svolgere un importante ruolo di partnership sociale per progettare politiche di sviluppo territoriale (ma anche esperimenti di rigenerazione territoriale e innovazione sociale) fondate su investimenti nel campo dell’economia fondamentale, che incrementano il benessere collettivo, alimentano attività ad alta intensità di lavoro e producono sostenibilità sotto il profilo ambientale, climatico e sociale. 

Copy Protected by Chetan's WP-Copyprotect.

Questo sito o gli strumenti di terze parti in esso integrati trattano dati personali (es. dati di navigazione o indirizzi IP) e fanno uso di cookie o altri identificatori necessari per il funzionamento e per il raggiungimento delle finalità descritte nella cookie policy. Puoi liberamente fornire, rifiutare o revocare il tuo consenso senza incorrere in limitazioni sostanziali e modificare le tue preferenze relative agli annunci pubblicitari in qualsiasi momento accedendo al pannello delle preferenze pubblicitarie. Dichiari di accettare l'utilizzo di cookie o altri identificatori ovvero di accettare le eventuali preferenze che hai selezionato, cliccando sul pulsante accetta o chiudendo questa informativa. maggiori informazioni

COOKIE POLICY

Questo sito utilizza i Cookies piccoli file di testo che vengono depositati sul vostro computer per ricordare le attività e le preferenze scelte da voi e dal vostro browser.

In generale, i cookie vengono utilizzati per mantenere le preferenze dell’utente, memorizzano le informazioni per cose come carrelli della spesa e forniscono dati di monitoraggio anonimi per applicazioni di terze parti come Google Analytics. Tuttavia è possibile disabilitare i cookie direttamente dal browser così come indicato di seguito.

Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" acconsenti al loro utilizzo.

Microsoft Internet Explorer
1. Selezionare “Strumenti” dalla barra delle applicazioni principale, quindi ‘Opzioni Internet’
2. Cliccare sulla scheda ‘Privacy’
3. Scegliere il livello di sicurezza dei cookie


Firefox
1. Selezionare “Strumenti” dalla barra delle applicazioni principale e in seguito “Opzioni”
2. Cliccare sulla scheda ‘Privacy’
3. Nella sezione “Cookie” deselezionare la casella “Accetta i cookie dai siti”


Google Chrome
1. Cliccare sull’icona della chiave e selezionare “Impostazioni”
2. Cliccare sul link “Mostra impostazioni avanzate”
3. Cliccare sul pulsante “Impostazioni dei contenuti” sotto ‘Privacy’
4. Modificare l’impostazione dei cookie: ‘Impedisci ai siti di impostare dati’
5. Cliccare sul pulsante ‘OK’


Opera
1. Selezionare “Impostazioni” nella barra delle applicazioni principale e selezionare “Preferenze”
2. Cliccare su ‘Avanzate’ e selezionare “Cookie”
3. Cliccare su ‘Non accettare mai i cookie’
4. Cliccare ‘OK’


Safari
1. Cliccare il pulsante ‘Strumenti’ dalla barra principale e selezionare “Preferenze”
2. Cliccare ‘Sicurezza’
3. Nella sezione ‘Accetta Cookie “, cliccare su ‘Mai ‘
4. Chiudere la finestra


Se il vostro Browser non è presente in questa pagina è possibile consultare il sito aboutcookies.org, che offre una guida per tutti i browser moderni.

Chiudi