Avremmo tanto voluto non parlarne più, ritenendo l’affair “firme false” un caso “archiviato”, pardon un capitolo chiuso. La giustizia farà il suo corso, ne siamo certi, con i suoi modi e tempi; ricordando che le famose regole valgono sempre e comunque a prescindere del colore politico degli “indagati”.

Ciò detto, potrebbero rasserenarsi quelli con “la sentenza in tasca”. L’incedere del solstizio estivo, è vero, consiglia le zone d’ombra per ripararsi dalla calura, ma il permanere nell’ombra condanna, inesorabilmente, i fautori di tale condizione, all’evanescenza quando non alla “risibilità”. Il fatto nuovo sul quale si stanno consumando precoci orgasmi nei “deiettori seriali di panzane”, sarebbe la c.d. “Perizia Calligrafica”, qualche raffinato “leguleio” aduso alla terminologia forense la chiama “grafologica”. Insomma, a stare ai soliti noti, ormai siamo alla svolta.

La prova delle prove, che non lascerebbe scampo a Mellone. Un solo grido, dalle note tastiere tristi dei censori di professione, sembra ergersi: “Vergogna”, il “re è nudo”. Vorremmo però rassicurare i voyeur locali, che la “perizia calligrafica” in processi per falso è come il “tacchino nel giorno del ringraziamento”, oseremmo dire prevedibile quanto l’elezione di un Papa alla dipartita del predecessore.

L’eccitazione che attraversa taluni sembra accomunarli alla sorte di quei “mariti” affetti da impotentia coeundi (disfunzione erettile), che pur di regalare un “momento di serenità” alla propria compagna guastano le tubature del gabinetto di casa, confidando nelle “capacità riparatorie” dell’idraulico. Consiglieremmo di non fare troppo affidamento sulle capacità altrui, appoggiatevi alle vostre e se non ce la fate e se non le avete ritiratevi non cercate “tutori ortopedici”.

La giustizia cari “principi del foro” non è una “stampella” da brandire verso gli avversari politici; la dea Dike tanto invocata dai “puristi neretini dell’ultima ora” è bendata e non terrà conto dei “segnali di fumo” di tanti poveri illusi di cambiare una vita segnata da una tradizione di insuccessi. Sarebbe ora e lo diciamo nell’interesse della città, di conoscere le idee di chi si candida a reggere una città al posto di Mellone.

Ci piacerebbe sapere quale Nardò immaginano, cosa cambierebbero e con quali strumenti. Insomma, l’invito è quello di cominciare a fare la campagna elettorale per se stessi e non sempre per il proprio avversario, che è già, di suo, in netto vantaggio e non ha bisogno di “aiutini” di terzi.

Alcuni argomenti, infatti, iniziano ad apparire ridondanti, stucchevoli, senza senso; del resto, pare che anche i voluminosi attributi della statua del toro abbiano risentito della “querelle firme false” perdendo tonicità e discendendo di qualche centimetro dalla posizione iniziale e ci sono indiscrezioni anche circa l’azionamento involontario ed autonomo delle eliche dell’idrovolante di Santa Maria al Bagno, al momento ricoverato in un hangar segreto.

Amici della “clava giudiziaria”, parlateci di voi, che cose volete fare della nostra città oltre a far girare le eliche agli idrovolanti?

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