MELPIGNANO – La Costituzione italiana vieta la nascita del  partito  fascista e le istituzioni hanno il dovere di restare un faro quando il dibattito diviene nebuloso: ogni amministrazione funga da presidio antifascista.

Sono di appena qualche giorno fa le parole della premier sull’eccidio delle Fosse Ardeatine. In occasione del 79esimo anniversario dal massacro da parte dei nazisti, nel quale in 335 persero la vita a Roma fra militari e civili, Giorgia Meloni ha infatti scritto al Consiglio Europeo parlando di una strage di cittadini barbaramente uccisi in quanto italiani. Nessun riferimento al fatto che siano stati ammazzati perché antifascisti. Parole che hanno infuocato il dibattito e riacceso l’urgenza di coinvolgere la comunità, gli istituti scolastici e tutte le istituzioni nell’esercizio di memoria sugli anni della Resistenza e su ciò che hanno rappresentato per la democrazia.

Proprio per questo a Melpignano gli scolari e le scolare sono tornati a essere i protagonisti del 25 Aprile. Il Comune celebra così l’emancipazione dagli anni bui dell’oppressione del regime con una vera Festa di Liberazione. A partire dalle 11, assieme alla banda itinerante per le vie del paese, sarà infatti il coro dei ragazzi e delle ragazze della scuola “Oriolo e Ceccato”, diretti da Michela Sicuro, a inaugurare la lunga giornata di festa.

Con la collaborazione della sezione Anpi (Associazione nazionale partigiani d’Italia) e Kurumuny, una serie di appuntamenti: si susseguiranno fino al pomeriggio per unire la comunità attorno al sentimento della gioia. Quella gioia quella che ogni giorno dovrebbe permearci, spingerci a omaggiare coloro che – impegnati nella Resistenza – hanno liberato il Paese dalla repressione. E in un oggi minacciato dallo spettro di ulteriori forme di negazionismo nel dibattito pubblico, dal revisionismo di quelli che sono i valori fondanti dell’Italia a partire dal secolo scorso, è più che mai necessario ritornare a riempire le piazze e a festeggiare. A cantare la Liberazione. Prendere posizione a favore della legge delle leggi: la nostra Carta costituzionale. È previsto un momento istituzionale di riflessione per tenere viva la memoria e la storia, al quale seguirà un pranzo sociale antifascista. Tutti assieme in piazza, tra condivisione e aggregazione sociale. In attesa delle 14,30 quando la Festa di Liberazione entrerà nel vivo. Una celebrazione in forma cantata della Resistenza.

Lo spettacolo coniuga i canti politici dei partigiani combattenti e i canti sociali delle classi contadine e operaie del sud e del nord Italia. Il repertorio proposto restituisce con canti e racconti lo spaccato reale delle condizioni politiche, economiche, sociali e culturali in cui versava il popolo italiano sotto il regime fascista.

Oggi sacche di resistenza sono presenti in tutto il mondo, lì dove le repressioni dei regimi assumono le medesime caratteristiche e modalità della dittatura nazi-fascista. Donne e uomini oppressi hanno assunto a inno di protesta e aspirazione alla libertà il canto più rappresentativo della Resistenza italiana: “Bella ciao”.

Lo spettacolo, a cura dei noti musicisti Antonio Castrignanò e Rocco Nigro vedrà la partecipazione, fra gli altri, di Rachele Andrioli, Massimiliano De Marco, Renato Grilli, Giuseppe Spedicato, Giovanni Chirico, Vincenzo Grasso e Giorgio Distante. Una performance alla quale prenderanno inoltre parte, in via straordinaria, la cantante Ninfa Giannuzzi e Shadi Fathi, celebre musicista nata a Teheran da una famiglia curda e che ha vissuto gli orrori dei bombardamenti e della guerra fra Iran e Iraq.

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