L’associazione Archeoclub Terra d’Arneo si è aggiudicata la gara per l’affidamento dei servizi di gestione del Museo della Città e del Territorio, ospitato nelle sale del piano ammezzato del castello Acquaviva d’Aragona. Peraltro, si tratta del soggetto cui sino ad oggi è stata affidata la gestione in modalità gratuita e temporanea.

Con l’individuazione definitiva del gestore il Museo potrà accrescere le proprie attività e la propria operatività nell’ambito della già ricca rete museale della città di Nardò. Innanzitutto, a partire dal 3 giugno sarà aperto tutte le mattine dalle ore 9 alle 13 e nelle giornate di lunedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica anche dalle 17:30 alle 20. Nel progetto di gestione è prevista la stipula di un accordo di collaborazione con il Centro Studi Vittorio Bodini per armonizzare le aperture con quelle della mostra permanente “Viviamo in un incantesimo” (ospitata al piano terra del castello) e per la creazione di un ticket integrato e, in generale, sono previsti accordi con i gestori degli altri attrattori culturali della città per rendere sempre più forte e strutturata la rete museale. Ci saranno pacchetti integrati e di biglietti con tariffa fissa e agevolata per gruppi, scolaresche, residenti, under 18 e over 65, per studenti e laureati in Beni Culturali, Storia e Accademia delle Belle Arti e speciali convenzioni con le strutture ricettive della città. I residenti a Nardò avranno accesso gratuito per il primo mese.

Il Museo della Città e del Territorio, inoltre, avrà un logo identificativo per il materiale promozionale e informativo, un sito web e un account sui principali social network. All’interno ci saranno pannelli informativi bilingue italiano/inglese con orari e contatti utili e tutta la struttura sarà fortemente orientata a ospitare le persone con disabilità (pannelli in braille, una guida che sappia parlare la lingua dei segni, organizzazione di attività sensoriali, ecc.). È prevista infine l’organizzazione di laboratori didattici, cineforum, convegni, giornate studio, visite guidate in costume, language speed dating, momenti di conversazione più naturale rispetto alle normali lezioni di lingua frequentate dagli studenti.

Il Museo della città e del Territorio è un percorso sulla storia di Nardò dal periodo romano sino all’età contemporanea attraverso quattro sale allestite con pannelli descrittivi, reperti, dipinti e statue, tutti di proprietà del Comune. Il “racconto” parte proprio dalle tracce del periodo romano e prosegue (anche attraverso una epigrafe di Porta Viridaria) con la Nardò medievale, cioè le origini della città attorno all’Abbazia di Santa Maria di Nerito, la Nardò di Federico II, la leggenda del Crocifisso Nero, l’era angioina. C’è poi una “finestra” dedicata alla Nardò Rinascimentale, con gli Orsini-Del Balzo e gli Acquaviva-Aragona, e una dedicata al periodo seicentesco con la vicenda del Guercio di Puglia. Non manca una tappa nelle stupende tracce barocche della città e una nell’epoca illuminista con Antonio Sanfelice e Giovan Bernardino Tafuri. I preziosi dipinti del Museo sono quelli di Ferdinando Sanfelice, che raffigura il fratello vescovo Antonio Sanfelice, o di autore anonimo che raffigurano Sant’Antonio da Padova, San Gregorio Armeno, la Beata Vergine dell’Incoronata (con San Michele Arcangelo e il Toro, simbolo civico). L’ultima sala del Museo è dedicata all’arte contemporanea con i lavori di Ercole Pignatelli e con la statua “Il rimorso” di Michele Gaballo. L’allestimento è stato curato dall’architetto Giancarlo De Pascalis.

“La piena operatività del Museo della Città e del Territorio – commenta l’assessore con delega ai Musei Mino Nataliziorafforza ulteriormente il progetto di gestione complessiva della rete museale, a beneficio della città e di chi la visita. Per una città come la nostra è un grandissimo risultato e siamo ovviamente orgogliosi di poter offrire una serie di possibilità ai visitatori per “viaggiare” tra le bellezze di Nardò, la sua storia e le sue peculiarità ambientali. Questo Museo, peraltro, è destinato a crescere perché in prospettiva, sarebbe auspicabile progettare in collaborazione con la Soprintendenza un allestimento che comprenda i reperti di età messapica e romana attualmente custoditi presso la stessa Soprintendenza”.

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