Una croce di colore rosso tracciata su alcuni ulivi infettati dalla 'Xylella fastidiosa', il batterio che sta decimando gli ulivi del Salento, Brindisi, 24 marzo 2015. ANSA/ MAX FRIGIONE

Bari, 1 ottobre_ Sono in totale 60 gli ulivi su cui è stata confermata la malattia Xylella fastidiosa dalle analisi molecolari, di cui 59 in zona cuscinetto e 1 ricadente in area indenne, una virata grave e preoccupante della malattia per cui deve essere organizzata subito una lotta senza quartiere al batterio con l’eradicazione delle piante malate e all’insetto vettore la ‘sputacchina’. E’ quanto denuncia Coldiretti Puglia, sulla base delle notizie diffuse da Infoxylella, sollecitando ancora una volta un cambiamento serio e immediato di rotta per scongiurare il rischio che venga definitivamente compromesso il patrimonio olivicolo pugliese.

“Come ripetutamente segnaliamo e denunciamo da anni, il monitoraggio degli ulivi non può essere esclusivamente visivo, perché la Xylella è come il Covid, la malattia è asintomatica per un lasso di tempo imprecisato, per cui le piante appaiono sane alla vista. Per accertare la presenza della malattia nell’area a forte rischio vanno effettuati campionamenti e analisi anche di ulivi apparentemente sani, senza che sia ancora ben visibile alcun segno di disseccamento”, afferma il presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia.

“Sarà ridemarcata l’area infetta, considerato che la presenza dell’ulivo infetto in area indenne – insiste Muraglia – farà ‘salire’ la zona cuscinetto. Va fatto un ragionamento serio circa le misure da attuare, anche rispetto al nuovo regolamento comunitario che ha ridotto da 100 a 50 metri il raggio entro cui andrebbero tagliate anche le piante non infette da Xylella fastidiosa e anche la riduzione dell’ampiezza della zona cuscinetto”.

“Oltre ai 60 ulivi a Monopoli, è stata conlcamata la malattia anche sull’ennesimo ulivi a Fasano. Nell’area di Fasano, Ostuni, Carovigno e Monopoli sono presenti 250mila ulivi, esemplari di pregio straordinario – conclude il presidente Muraglia – che potrebbe fregiarsi della prestigiosa dichiarazione di ‘sito patrimonio dell’Unesco’. E’ impensabile che questo immenso patrimonio vada perduto”.

La stessa Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) – precisa la Coldiretti – ha lanciato l’allarme sulla diffusione della Xylella che minaccia la maggior parte del territorio Ue dove tra l’altro sono stati individuati altri casi di malattia, dalla Francia alla Spagna, dalla Germania al Portogallo con il contagio che avanza inarrestabile verso nord. 

Dall’autunno 2013, data in cui è stata accertata su un appezzamento di olivo a Gallipoli, la malattia – continua Coldiretti Puglia – si è estesa senza che venisse applicata una strategia efficace per fermare il contagio che, dopo aver fatto seccare gli ulivi leccesi, ha intaccato il patrimonio olivicolo di Brindisi e Taranto, fino ad arrivare in provincia di Bari.

Monitoraggi, campionamenti ed espianti in caso di ulivi infetti, considerato che non esiste ancora una cura per la batteriosi, restano – aggiunge Coldiretti Puglia – l’unica soluzione per ridurre la velocità di avanzamento della infezione. L’efficacia e sistematicità – aggiunge Coldiretti Puglia – sono garanzia per le aree indenni della Puglia e delle regioni limitrofe e non vanno messe in alcun modo in discussione.

La Xylella è certamente la peggior fitopatia che l’Italia potesse conoscere – conclude Coldiretti Puglia – che ‘cammina’ ad una velocità impressionante, considerato che in 6 anni il danno del patrimonio olivetato ha superato 1,6 miliardi di euro.

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