Le cronache di questi giorni riportano, in maniera pressoché uniforme, la triste vicenda legata alle deplorevoli dichiarazioni rese dalle pagine del proprio profilo Facebook, da uno dei componenti di spicco, almeno sino a ieri, di questa attuale Amministrazione, in merito all’emergenza maltempo che ha interessato recentemente il nostro Comune.
La notizia, che riguarda l’assessore all’ambiente del comune di Nardò Graziano De Tuglie, si è trasformata ora mai un vero e proprio tam-tam mediatico, rimbalzando oltre che sulle varie testate giornalistiche anche sui diversi social network.
Pietra dello scandalo le pesanti parole scagliate, da quello che unanimemente è riconosciuto quale mentore e padre politico del sindaco Mellone, nei confronti dei suoi concittadini, apostrofati in modi poco eleganti, a voler usare un eufemismo.
Inutile dire che tutto ciò ha scatenato la contestazione non solo da parte dei detrattori della compagine melloniana (cui va riconosciuta, invero, una inconsueta reattività) ma, ovviamente, anche la ferma indignazioni di tutti coloro, che se pur estranei al solito giochicchio del lanciar fango all’avversario, si sono sentiti giustamente offesi dalle esternazioni “digitali” dell’assessore De Tuglie.
Siamo davanti, quindi, all’ennesima pagina triste della storia politica del nostro paese, che obiettivamente negli anni non si è fatto mancare nulla, e che ora può annoverare anche il “cyber bullismo politico” (sic!).
Ora, lungi dal voler ulteriormente fomentare una polemica che altro non potrebbe risultare che sterile e inutile, oltre che di bassissimo profilo, atteso il thema disputandum, una considerazione è quantomeno d’obbligo.
E’ infatti impossibile che tutto ciò non renda doveroso un intervento fermo e deciso da parte del primo cittadino, perché mai si possa lasciar passare il messaggio per cui chi al potere è libero di poter dire e fare ciò che vuole, anche di ledere pubblicamente i cittadini su aspetti molto delicati della propria dimensione umana quali la famiglia, l’affetto per chi oramai non c’è più e la propria libertà personale.
Invero, diversamente saremmo davanti ad una eclatante défaillance da parte del sindaco Mellone, in quanto sarebbe inconcepibile declinare l’accaduto in termini di leggerezza o di malinteso, sopratutto in considerazione del fatto che tali offese provenivano da un soggetto protagonista della vita civile di questa città, che se pur comodamente seduto sugli scranni del potere, rimane sempre, utilizzando un idioma tanto caro all’assessore De Tuglie, primus inter pares.