Nardò,1 febbraio_di COSIMO POTENZA_Non sempre chi eleggi a rappresentarti soddisfa le tue aspettative. Credi nell’idea di una città migliore, condividi il suo sforzo di arrivare a un traguardo ambito ma sopratutto sostieni un idea che ti appare nobile per il bene comune.

Dopo, e non mai prima, scopri che la tua buona fede è stata barattata per il potere dove machiavellici pensieri dimorano stabilmente tra quattro mura a tal punto da lobotomizzare menti sino a ieri presunte libere. Una penosa situazione che richiama alla realtà  ricorsi storici unti di ipocrisia di cui un po’ tutti siamo a conoscenza.

Quindi a cosa servono i politici che disattendono in pieno l’elettore?  A cosa serve chi non serve la volontà del popolo sovrano che ti ha eletto?

Domande che dovremo riformulare a chiare lettere ogni volta che il politico di turno viene a bussare alla porta per chiederti il  consenso , manifestandoti il suo assoluto e sincero convincimento dell’impegno , una volta eletto, che vorrà assumersi per difendere i tuoi diritti di cittadino.

Una forma sottile di masochismo quasi voluto c’è da affermare se poi noi cittadini, estremi compresi, in uno slancio di lucido raziocinio scopriamo la loro inadeguatezza quasi scandalosa nel momento temporale ,e solo allora, nel non dare risposte certe e immediate su problemi semplici e a volte prevedibili.

La risposta ? Una metamorfosi della nostra coscienza. Nutriamo l’esigenza di reagire, il diritto di aggregarci di sentirci parte indispensabile della nostra comunità che condivide lo stesso problema.

Li chiamano comitati spontanei.  Movimenti di cittadini “arrabbiati” che dissentono pacificamente contro un sistema, macchinoso ma bel oliato . Inadeguato a preservare diritti sanciti dalla nostra bellissima Costituzione.

I comitati come mille rigagnoli. Ai primi temporali iniziano a prendere forma, vigore per percorrere letti già solcati. Flussi di menti pensanti e di capacità si sostituiscono al pressapochismo. Una forma nobile e innata di quella democrazia partecipativa al servizio di pecore matte ignare ancora una volta che un manipolo di uomini e donne può cambiare il corso anche di un ruscelletto e garantire diritti che a quanto pare occorre difendere a denti stretti.

Una forza che pur restando coerente alle premesse programmatiche del governo appena insediato si vede osteggiata, combattuta e considerata acerrimo nemico da abbattere affinché non possa fungere da coscienza che riaffiora .

Molto simile al grillo parlante della fiaba di Collodi che da insetto fastidioso ricordava di continuo, al Pinocchio di turno, le mancanze e gli errori commessi e lo spronava a perseguire la retta via per non inciampare, come sempre, in azioni riprovevoli non previste nei saggi propositi declamati in precedenza.