Nardò 16 Apr:_ La satira paga il biglietto, entra nella SAGRA DEI MORALISTI e si accorge che quasi tutte le persone presenti, giornalisti, avvocati, falegnami, dottori, amministratori, politici ecc.ecc. mangiano, bevono, si nutrono di ipocrisia (nell’antica Grecia l’ypokrites era l’attore, colui che finge) e, ubriachi di tale libagione, sparlano brandendo la spada dei VALORI MORALI per CENSURARE il comportamento altrui.
TUTTI predicano bene e razzolano male. Il moralista è un paradosso vivente: è uno che acciuffa ladri e poi commette furti, è uno che banchetta e pretende austerità, è uno che ti accusa di essere un bugiardo quando lo cogli a mentire… Spesso leggo e sento dire che le mie satire sono disgustose, non corrette, irrispettose dei valori, della dignità delle persone, di cattivo gusto, ecc ecc: IPOCRITI!
Esprimere un giudizio rientra nella sfera della libera espressione del pensiero che, come ben sappiamo, è uno dei diritti universali fondamentali dell’uomo: e ancora non stiamo parlando di satira! “Dichiarazione universale dei diritti del 1948, art. 19: Ogni individuo ha il diritto alla libertà di opinione e di espressione, incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza frontiere.”
Ma ora parliamo di satira. La satira mette alla berlina il personaggio al di sopra di tutti, l’intoccabile per definizione. Esalta i difetti dell’uomo pubblico ponendolo sullo stesso piano dell’uomo di strada. Da questo punto di vista, la satira è un formidabile veicolo di democrazia, perché diventa applicazione del principio di uguaglianza. L’interesse pubblico del personaggio legittima in senso ASSOLUTO la satira, la dimensione pubblica consente di creare opere satiriche, e più la sua dimensione è grande più sono le “cose” che il personaggio pubblico ha intorno a sé e che possono essere utilizzate per la satira; le sue fattezze fisiche, la sua mimica facciale, la sua voce, i suoi tic, le sue dichiarazioni, i suoi comportamenti in pubblico, le sue gaffes, i suoi guai giudiziari e persino i pettegolezzi sul suo conto, se di dominio pubblico. Ebbene, la satira restituisce al pubblico quelle informazioni dopo averle mescolate, interpretate, enfatizzate, distorte. Ed è irrilevante che alcune delle informazioni del personaggio pubblico siano false: la satira non agisce su fatti, ma sulla dimensione pubblica acquisita da un personaggio. SOLO la legge può intervenire, (diffamazione, calunnia, ecc) per regolamentare e tutelare questi concetti di libertà di satira.
La satira uscendo dalla fiera dei moralisti si è resa conto di aver speso male i soldi del biglietto! Perchè ha trovato gente, piccola, ipocrita e bigotta!
A Nardò stiamo vivendo un momento molto buio per la democrazia! Nelle dittature del passato il passaggio tra libertà e regime autoritario, a volte, è stato subdolo e addirittura acclamato come la panacea di tanti problemi. Chi prende parte attivamente alla gestione del potere non si accorge di essere dalla parte dell’oppressore perché è convinto di essere nel giusto e si innesca un sistema virtuoso IN NEGATIVO. Prendono piede la prepotenza, la supremazia, il predominio, l’intolleranza.
A Nardò succede questo! Alziamo l’attenzione cari concittadini. Non credo si arriverà alle maniere forti, anche perché non hanno le palle, soprattutto quei VILI che continuamente fanno chiudere i miei profili e le mie pagine facebook e che non hanno il coraggio di farsi riconoscere. Siete LADRI DI LIBERTA’ !!!

Charlie Nardò e Dario Minerva