Nardò 28 maggio_di COSIMO POTENZA_Le dimissioni del segretario cittadino del partito democratico se da una parte portano la ragione ad affermare che è la logica dello scorrere del tempo e delle naturali e necessarie opere di rinnovamento delle gerarchie interne, dall’altra lasciano lo ampio spazio al rammarico di avere perso un rappresentante di una politica, quella con la “P” maiuscola, che non trova più casa nei giovani rampolli che si prestano ai partiti.
Oggigiorno tutto ruota intorno a interesse e numeri mentre nel passato erano ideali e senso di appartenenza a dettare le regole del gioco. Rino ha vissuto in prima persona tutti i travagli di questo lungo periodo storico che hanno portato un vecchio e glorioso partito, il PCI, verso una trasformazione che sicuramente non gli appartiene.
E’ impossibile credere che un uomo che sia passato attraverso battaglie cittadine affrontate con orgoglio, dove il confronto politico era al centro del dibattito, si possa essere trovato a proprio agio nelle situazioni attuali dove il dialogo ha lasciato il posto agli insulti e le offese personali mentre le medaglie al valore conquistate sul campo sono rimaste inutilmente appese per fare spazio alle trattative segrete dove contano più i numeri e gli appoggi legati agli interessi di pochi.
Sicuramente un abbandono dove dolore e tristezza dettano legge soprattutto per un un uomo legato ad antichi valori e a un credo inossidabile che vede scorrere davanti agli occhi un PD sempre più diviso da lotte intestine e senza una figura carismatica all’orizzonte che possa unire tutte quelle anime che non si sentono più rappresentate dai vertici nazionali di un partito sicuramente da ricostruire.
Noi come redazione rivolgiamo a Rino Giuri un caloroso saluto e un grazie per aver scritto delle pagine di storia nella nostra città con l’augurio e la speranza che la Sinistra cittadina attraverso questo dovuto rinnovamento ritrovi uno spirito nuovo che attraverso l’esperienza del passato possa far rinascere dalle proprie ceneri un partito moderno ma sempre legato a quei valori morali ed etici che hanno segnato, da sempre, il cammino di un popolo di rosso vestito.