La morte non ha dominio sulle nostre vite,
non ha potere sulla memoria di chi muore, che sopravvive grazie al ricordo degli altri. Derek Walcott
https://youtu.be/7Bg-ihZC-0A
Con questa frase si apriva il 31 marzo 2017, in concomitanza con gli eventi commemorativi di “Renata Fonte”, un convegno avente ad oggetto la mia proposta di Filiera Etica in agricoltura, discussa nell’aula consiliare del Comune di Nardò, alla presenza di varie autorità politiche, sindacali ed associazioni di categoria, del fondatore di Libera Don Luigi Ciotti, dell’amica Viviana Matrangola e soprattutto dell’amico Stefano Fumarulo – Dirigente Regionale Antimafia Sociale.
Credo davvero che, il miglior modo di ricordare Stefano, ad un anno dalla sua triste e prematura scomparsa sia quello di misurare i tanti successi delle politiche sociali, che con il concorso imprescindibile del suo naturale talento e della sua grande competenza scientifica la Regione Puglia ha conseguito nel contrasto dei fenomeni criminali organizzati.
Stefano Fumarulo ha raccolto e sviluppato, con impareggiabile sapienza, il patrimonio di idee e di progetti avviati da un altro grande uomo della nostra regione, accomunato dall’infausto destino di una scomparsa prematura, Guglielmo Minervini.
La capacità di pianificazione su tematiche complicate quali le politiche migratorie, partita da una analisi articolata, complessa e puntuale dei flussi migratori, è stata una conquista di Stefano; la Puglia, grazie a lui è la prima Regione ad aver adottato un piano triennale dell’immigrazione, che prevede una serie di interventi e misure organizzative atte a recuperare la dignità di esseri umani e la consapevolezza che ciò implica il naturale riconoscimento di diritti/doveri.
Questo recupero di umanità è stata la risposta più utile alla logica del malaffare, alla sopraffazione mafiosa, che si nutrono, al contrario, di processi che valorizzano lo sfruttamento delle persone, (in genere quelle meno difese, immigrati, donne e minori), di corruzione e connivenze.
I grandi uomini si riconoscono per la capacità di ascolto e per la capacità di assimilazione e di coordinamento delle diverse esperienze e competenze, in questo Stefano aveva intuito, talento ed una leadership naturale, scaturita anche dalle sue esperienze plurali in Italia e in scenari internazionali difficili come il sud-America.
Stefano ha rappresentato un pilastro fondamentale nella pianificazione sociale della Regione Puglia, grazie al suo contributo la politica ha coltivato l’aspettativa di re-impossessarsi dei dati dell’avvenire è tornata a concepire “piani e progetti” lasciando ai “caporali del consenso” l’elaborazione strumentale dei dati immediati e dei bisogni del giorno per giorno, le vuote promesse e la vendita al ribasso di sogni irrealizzabili, soprattutto,ha recuperato la capacità di affrontare <<la frattura sociale>> tra chi sta in alto e chi precipita, tra i garantiti e gli espulsi.
Senza ombra di dubbio Stefano è stato sempre accanto agli ultimi, agli immigrati del ghetto di Rignano Garganico o di Masseria Boncuri di Nardò alle tante vittime di soprusi e violenze delle associazioni criminali, che operano nel territorio pugliese.
https://youtu.be/IVG2rgyJNso
Per usare un gergo calcistico, Michele Emiliano ha fatto bene a ritirare <<la maglia>> di Stefano Fumarulo, perché campione inarrivabile; così come Pippi Mellone ha fatto, altrettanto, bene a dedicargli il piazzale della foresteria posizionata accanto alla masseria Boncuri di Nardò, ben vengano aule universitarie, borse di studio e tutto ciò che associato al bene possa ricordare Stefano, ma ciò che davvero consentirà di rinnovare la memoria di un grande uomo della nostra terra e continuare le battaglie nel solco da lui tracciato.
Ciao Stefano, giusto tra i giusti!
Vincenzo Candido Renna