Nardò,21 aprile_di COSIMO POTENZA_Il 25 aprile festa nazionale dovrebbe sancire una comunione di intenti condivisibile per tutti i cittadini italiani in quella Repubblica Democratica italiana che con la sua più alta espressione di libertà dettata dai 139 articoli della Carta Costituzionale, ha reso liberi i pensieri, le azioni e le condivisioni di una pluralità di espressioni che spaziano in tutte le direzioni politiche, estremi compresi. Oggi come non mai questa data rappresenta un punto di partenza per rinnovare un ricordo che non deve e non può morire visto il forte legame con la nostra identità e il 25 aprile, è un punto cardine della nostra espressione democratica. Una democrazia giovane con i suoi  70 anni e con una storia alle spalle, dal 1948 in poi, tutta italiana . Un Italia repubblicana giovane governata da una classe politica non sempre all’altezza del compito devoluto dal popolo , sovrano. Classe politica  trasformatasi “geneticamente”, nel corso dei 70 anni, in una casta che ha disatteso a più riprese  le buone e sagge intenzioni dei nostri padri costituzionalisti. Oggi parlare di resistenza ,che sia mero rispetto di un passato noto e alimentare il ricordo nelle nuove generazioni ,è un atto dovuto.

Oggi parlare di resistenza per mero utilizzo strumentale è una deriva pericolosa che crea , visto l’attualità delle divisioni politiche in corso, ulteriore confusione in chi non conosce la storia della nostra nazione e alimenta con la sua ignoranza, quegli estremi che nel torpido sguazzano con una certa facilità tanto da legittimare azioni che hanno poco da spartire con il senso civico e il rispetto delle regole. Oggi questo pensiero alberga in chi cerca di deturpare la bellezza morale di una giornata finalizzata a unire e non a dividere una nazione. Un espressione che si qualifica per quello che è :  espressione  si di  democrazia  ma connotata in una visione limitata e forse ottusa del vero spirito della parola Resistenza. Resistenza , intesa a resistere ad un entità giuridica che si contrappone alla nostra Carta Costituzionale ma se la resistenza dovrebbe disattendere la sua nobile finalità e prestarsi ad essere strumentalizzata, allora viene meno l’onestà intellettuale di chi compie azioni deprecabili sotto mentite spoglie. “La coerenza è comportarsi come si è, e non come si è deciso di essere.” 
SANDRO PERTINI