Nardò,15 gennaio_ Notizia di questi giorni amplificata o articolata, fate vobis!,dalla stampa e dai blogger, la, presunta, distruzione di una delle due anfore in pietra della fontana del toro posta in piazza Salandra. Atto vandalico consumato, a quanto pare (è in corso un indagine delle autorità preposte), da adolescenti poco rispettosi del bene comune.
“Come se ciò che è dello Stato, essendo di tutti, non fosse in realtà di nessuno e appartenesse di diritto al primo che riesce a metterci le mani sopra” come ha scritto oggi Massimo Gramellini nella rubrica “Il caffè” sul Corriere della Sera . Un punto di vista pertinente che apre una finestra su un panorama desolante e preoccupante di una società malata.
Un fatto di cronaca che indigna poco, al massimo ha strappato un disgusto circoscritto o di compatimento ma ha alimentato quel sub strato di cittadini che dalla notte del 19 giugno 2016 si indignano a comando, si è servi del proprio ego, o del puparo di turno, tanto da ipotizzare una sindrome da: “mellonite”, acuta. Una patologia che ha sintomi evidenti: critici e indignati a prescindere anche con l’evidenza dei fatti che li remano contro e con passati da mancati stinchi di santi. In questa discutibile informazione vestita a lutto il primo cittadino si è un tantino indignato tanto da dedicarli un post sulla questione (n.d.r)
Mellone: Avete letto la “super inchiesta” montata dai soliti amichetti dell’opposizione sull’anfora della Fontana del Toro, vandalizzata, staccata, “presa a calci” e “distrutta” da ragazzini?
Le ridenti penne hanno detto che un avvocato aveva chiesto il risarcimento, poi no, niente.
Hanno scritto che l’anfora era scomparsa. Poi che era distrutta irrimediabilmente.
Giornalismo genere fantasy. Notizia romanzata… come al solito. Se non lo avete già pensato ve lo dico io: invece di leggere questa roba sarebbe meglio comprare Topolino, dove cultura e fantasia sono marchi di qualità.
Infatti l’anfora é intera, custodita in deposito dalla ditta SFL, a cui é stata consegnata dalla Polizia locale, prontamente intervenuta. È danneggiata ma non è “distrutta”, come dimostra la foto che allego. Con buona pace dei vandali (che puniremo) e dei cantori dei disastri inesistenti.
Prestissimo tornerà regolarmente al suo posto, con la supervisione della Sovrintendenza e senza fantasiose ricostruzioni con macchinari 3D, come immaginato dai soliti cantastorie. Insomma di certe penne, voi lo sapete, non c’è proprio da fidarsi.
E lo dimostra questo attacco al simbolo della città, alla Fontana del Toro, il monumento che rappresenta il cuore di ognuno di noi.”