Non posso esimermi dal manifestare il mio dolore ed il mio dissenso per quanto è accaduto nelle ultime ore a Nardò, unitamente al mio cordoglio alla famiglia interessata.
Quanto accaduto mi fa trasalire e mi dà la forza di rispondere ad un recente attacco velato, ma chiaramente rivolto alla sottoscritta, da parte di alcuni politici tendenziosi e dalla corta memoria, che affermano che è inopportuno parlare di sanità a Nardò.
Bisognerebbe accontentarsi di quello che si ha?! Cioè del nulla?! Le ultime amministrazioni comunali, bocciate dai neritini, hanno perorato iniziative, per la salute pubblica, fallimentari e da imbroglio, rivolte a inutili servizi ambulatoriali, legati agli interessi propri e dei propri amici.
Non dimentichiamo, per favore, cosa accadde fra il 29 ottobre ed il 3 novembre 2011 negli uffici comunali, a proposito dell’ospedale di Nardò!
Fino ad ora, è capitato di parlare del nostro ex-ospedale. Un pensiero che attanaglia la mente di tanti neritini, come me, e che rappresenta una speranza che non può essere negata a nessuno. Mi sono espressa chiaramente e mi batterò per il miglioramento di tutti i servizi sanitari che spettano di diritto alla nostra città, al fine di avere a Nardò dei servizi ben funzionanti e ben integrati. Purtroppo, per pesanti colpe del passato, riconducibili ai suddetti politici che hanno svenduto il nostro paese, è necessario ricominciare la scalata della montagna dalla base.
Con il Sindaco Pippi Mellone, a tal riguardo, sono stati condivisi importanti obiettivi da perseguire in un prossimo futuro. Purtroppo, fino ad ora, ha dovuto impegnare il suo tempo e le risorse per colmare le lacune lasciate da quarant’anni di annichilente politica.
I detrattori e i politici di basso livello vanno affermando che questa materia non compete all’Amministrazione comunale, tanto meno ad una candidata al Consiglio Comunale. Sono argomenti di spicciola opposizione! Voglio ricordare che il Sindaco e la Giunta sono i primi responsabili della salute e della prevenzione sanitaria dei propri concittadini ed hanno il dovere di chiedere e di pretendere gli adeguati servizi sanitari alle altre amministrazioni competenti.
Spesso mi è stato detto da terzi di non parlare di ospedale a Nardò, come se fosse un tabù, un argomento scottante. Certamente è un argomento che fa male, solo a pensarci, ma che va affrontato.
E’ per questo motivo che voglio raccontarvi una storia vera di una famiglia di Nardò, di cui per rispetto non faccio i nomi, ma che mi addolora profondamente e mi fa rabbia. Non si tratta di una storia di Covid, ma di comuni patologie che si manifestano improvvisamente.
Già da diversi mesi, il marito, noto e stimato concittadino, era stato ricoverato d’urgenza nell’ospedale di Lecce ed è tutt’ora degente. Qualche giorno fa, è stata gravemente ed improvvisamente compromessa la salute della moglie che in mancanza di posti letto nel leccese, è stata trasferita d’urgenza in un ospedale fuori provincia, lasciando in casa da solo, chissà con quale enorme apprensione, un figlio con grave disabilità.
Non voglio entrare nelle questioni del destino più o meno avverso, che può capitare a tutti, ma mi interessa la questione sociale. In altri tempi, quando i servizi sanitari funzionavano, non per meriti politici del tempo, i coniugi che si ammalavano contemporaneamente, venivano ricoverati nello stesso nosocomio, anche se in reparti differenti. Era importante la vicinanza affettiva ed era importantissima la questione umanitaria.
Hanno fatto di tutto per sradicare una rete sanitaria ed ospedaliera, che oggi fa acqua da tutte le parti e che porta al decesso dei pazienti in totale solitudine, lontano dall’affetto dei propri cari, indipendentemente dal periodo Covid.
A questa questione sarà rivolto il mio impegno!
Nardò, 31 marzo 2021 Stefania Antico
Candidata nella Lista “Andare Oltre”