Le celebrazioni del Santo patrono sono ormai consolidate e anche quest’anno saranno ricche di eventi religiosi e civili. Il Settenario apre la settimana di preghiera con le Confraternite riunite nella Basilica Cattedrale Santa Maria Assunta dal 13 al 19 febbraio. Quest’anno, inoltre, grazie soprattutto al supporto dei fedeli, il 15 febbraio si inaugurerà l’organo della Cattedrale con una sobria cerimonia e la distribuzione di un opuscolo commemorativo dedicato allo stesso organo. Le celebrazioni religiose in Cattedrale si concluderanno il 19 febbraio alle 18:00 con il Solenne Pontificale, celebrato da S. Em. Rev.ma Cardinale Dominique Mamberti, Prefetto del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica, e da S.E. Mons. Fernando Filograna, Vescovo della diocesi Nardò-Gallipoli. Al termine muoverà per le vie cittadine la processione in onore di San Gregorio Armeno.

Infine, il 20 febbraio, le autorità religiose, politiche e cittadine, alle ore 17:15, si riuniranno in piazza Salandra per ricordare le vittime del terremoto del 1743 con la cerimonia dei cento rintocchi. 

Non mancheranno, come ogni anno, la fiera, le luminarie e gli eventi civili di intrattenimento per tutta la popolazione.

Martedì 18 febbraio appuntamento a lume di candela nel Teatro comunale per due concerti Candlelight, primo spettacolo alle 20:00, secondo spettacolo alle 21:00. Ingresso con prenotazione e fino a riempimento posti. 

Il 20 febbraio un altro spettacolo musicale dell’Orchestra sinfonica Tebaide d’Italia. Circa ottanta elementi si esibiranno in Piazza Salandra a partire dalle ore 20:00 con arrangiamenti di brani e opere tra le più importanti della storia musicale nazionale e internazionale. 

Concluderà le celebrazioni Antonio Castrignanò e Taranta Sounds il 22 febbraio alle ore 21:00 in via Grassi. 

Il Comitato feste patronali ringrazia in modo particolare l’Amministrazione comunale del Sindaco Pippi Mellone, l’Assessore alla cultura Giulia Puglia, il Consigliere con delega ai rapporti con le istituzioni religiose Daniela Bove, il Vicario generale della diocesi Nardò-Gallipoli e  Parroco della Parrocchia di Maria SS. Assunta (Cattedrale) di Nardò Mons. Giuliano Santantonio e tutti i fedeli che hanno voluto partecipare fattivamente alla realizzazione delle celebrazioni del Santo patrono. 

Informazioni utili

 Cardinale Dominique Mamberti, Prefetto del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica, è nato a Marrakech, nell’arcidiocesi di Rabat, in Marocco, il 7 marzo 1952, da genitori francesi trasferitisi in patria poco tempo dopo la sua nascita. Compiuti gli studi secondari, si è iscritto alla facoltà di giurisprudenza di Strasburgo, quindi ha seguito i corsi di post-grado presso l’università di Paris II, ottenendo i diplomi di studi superiori di diritto pubblico e di scienze politiche.

Entrato nel Pontificio seminario francese a Roma, è stato ordinato sacerdote per la diocesi di Ajaccio (Corsica) il 20 settembre 1981. Chiamato a seguire i corsi della Pontificia accademia Ecclesiastica, ha proseguito la formazione presso la Pontificia università Gregoriana dove ha conseguito la laurea in diritto canonico.

Entrato nel servizio diplomatico della Santa Sede il 1° marzo 1986, ha prestato la sua opera nelle rappresentanze pontificie in Algeria, Cile, presso le Nazioni Unite a New York, in Libano e in Segreteria di Stato, nella sezione per i Rapporti con gli Stati. 

E’ stato eletto da Giovanni Paolo II arcivescovo titolare di Sagona e nominato allo stesso tempo nunzio apostolico in Sudan e delegato apostolico in Somalia e Eritrea. Il 15 settembre 2006 è stato richiamato da Benedetto XVI in Segreteria di Stato per ricoprire l’incarico di segretario per i Rapporti con gli Stati, e in tale missione è stato confermato da Papa Francesco il 31 agosto 2013.

In questa veste ha guidato le delegazioni della Santa Sede a numerose riunioni e conferenze internazionali, in particolare all’assemblea generale delle Nazioni Unite e ai consigli ministeriali dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce). Ha compiuto numerosi viaggi d’ufficio e ha sottoscritto a nome della Santa Sede vari accordi multilaterali o bilaterali, ultimi dei quali l’Accordo con la Repubblica di Capo Verde sullo statuto giuridico della Chiesa cattolica nel Paese africano (Praia, 10 giugno 2013) e l’Accordo con la Repubblica di Serbia sulla collaborazione nell’insegnamento superiore (Belgrado, 27 giugno 2014).

L’8 novembre 2014 è stato nominato prefetto del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica, assicurando tuttavia la continuità del servizio nella Sezione per i Rapporti con gli Stati fino a metà gennaio 2015.

Il 28 aprile 2015 è stato nominato anche presidente della Commissione per gli avvocati.

Da Papa Francesco creato e pubblicato Cardinale nel Concistoro del 14 febbraio 2015, della Diaconia di Santo Spirito in Sassia.

È Membro:

  • del Consiglio della II Sezione della Segreteria di Stato;
  • dei Dicasteri: per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti; della Cause dei Santi; per l’Evangelizzazione; per i Testi Legislativi. 

 L’organo Inzoli (1897) della Cattedrale di Nardò

L’organo polifonico fu realizzato nel 1897 da Pacifico Inzoli di Crema, come segnala una placchetta-cartiglio posta al disopra delle due tastiere. Lo strumento, dal prospetto in noce a intagli in stile neogotico, è in cantoria, con aggetto a balcone sulla navata destra del tempio (appena oltre la cappella della Madonna delle Grazie), entro un vano a due piani ricavato nella struttura muraria perimetrale: il vano superiore per i corpi fonici e la consolle, l’inferiore per la manticeria. A trasmissione meccanica per le tastiere e pneumatica per il pedale. In facciata, entro tre campate in altrettante cuspidi, mostra n. 21 canne in zinco dalle bocche non allineate, con andamento contrario a quello delle sommità, con labbro superiore a scudo. Una targa in marmo, apposta nel 1898 sulla parete muraria, a lato destro della facciata dell’organo, a memoria della munifica donazione elargita da Clementina Personè (1840 ca.-1899), consorte di Bernardino Tafuri di Melignano (1827-1900) che fu sindaco di Nardò nel 1857, riassume e solennizza l’intera iniziativa. 

La devozione nei confronti del Santo patrono a Nardò ha radici profonde, da quando la sua statua posta sul Sedile in piazza Salandra, alle 16,30 del 20 febbraio 1743, accogliendo le preghiere dei fedeli in panico, resistette al terremoto, fermandolo e salvando la popolazione dalla morte e dalla devastazione. Nardò è la sola città in Italia, che ha come principale e unico Santo Patrono San Gregorio Armeno l’illuminatore.  

L’Armenia è il paese che per primo ha abbracciato la fede cristiana e che proprio a San Gregorio ha dato i natali. La sua vita, come quella del suo popolo, è stata sempre caratterizzata da persecuzioni e violenze che sono continuate nei secoli fino a sfociare in un vero genocidio, il primo del XX secolo, tra il 1915 e il 1923 con lo sterminio di un milione e mezzo di armeni. 

È la seconda metà del III secolo d.C. quando San Gregorio viene al mondo. È membro di una stirpe reale costretta a fuggire in Cappadocia quando suo padre si rende responsabile dell’omicidio del re Chosroe. È qui che abbraccia la fede cristiana. Con la maggiore età, sposato e con due figli, viene ordinato sacerdote (le usanze dell’epoca consentivano il sacerdozio ai coniugati anche se nella chiesa ortodossa e in quella greco cattolica ci si può sposare ancora oggi) e torna in Patria con l’intento di riparare al crimine compiuto dal padre, ma viene arrestato e trascorre 13 anni nella fortezza di Artashat. Di lui già si narra che sia in possesso di poteri miracolosi e, proprio per questo, verrà liberato dopo aver guarito il sovrano – Tiridate III – lo stesso che ne aveva ordinato l’arresto. Non solo, il sovrano si converte al cristianesimo e ordina che questa diventi anche la religione ufficiale del regno. Per questo motivo San Gregorio è anche conosciuto come il primo Santo capace di convertire al cristianesimo, nel 301 d.C., una intera nazione. Un anno dopo diventa Patriarca d’Armenia e il principale punto di riferimento per la comunità cristiana. L’ultimo periodo della sua vita lo vive da eremita e muore sul monte Sepouh intorno all’anno 328. Alcune sue reliquie sono sparse in giro per il mondo. A Nardò intorno all’VIII secolo giunge una parte di avanbraccio portata dai monaci armeni in fuga da una persecuzione iconoclasta. Inizialmente è custodita in un reliquario ligneo che poi verrà sostituito con uno in argento. Purtroppo la reliquia, con il suo contenitore, fu trafugata la notte del 5 marzo 1975, dalla chiesa di San Domenico dove era temporaneamente custodita a causa dei lavori di restauro della Cattedrale. L’attuale reliquario è una copia uguale, realizzata interamente a spese dei fedeli, subito dopo il furto.

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Ultimo aggiornamento: 02/01/2025
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