Durante questo lungo anno il “Cambiamento” salito al potere ha dato chiari segnali di compiere azioni prive di programmazione strutturale che spesso hanno fatto scivolare sino al limite del ridicolo la macchina amministrativa Melloniana. I cittadini neritini, dopo vane attese, hanno finalmente deciso di prendere in mano le redini delle questioni per cercare di porre un rimedio immediato almeno sui problemi che vanno risolti “brevi tempore”. I giovani al potere nel frattempo impegnati quotidianamente, tra convegni illuminanti, mire espansionistiche nei territori vicini, manifestazioni festose e selfie doverosi, hanno abbandonato la nostra città a se stessa.
E’ di pochi giorni orsono , 1 Maggio 2017, il primo segnale di autogestione collettiva che ha evitato situazioni di panico e di nervosismo che potevano sfociare in episodi spiacevoli. Infatti durante un blocco stradale causato dal cattivo coordinamento del traffico veicolare sulle strade della marina di S. Caterina, dovuto a una manifestazione inquadrata nella festa del lavoro organizzata da un’associazione cittadina nei pressi del Barrueco, attività commerciale del luogo, con il patrocinio comunale, (come recita la delibera GC 154 del 20/04/17) alcuni automobilisti attenti e capaci, dopo una lunga attesa e numerose richieste di intervento alle autorità competenti cadute nel vuoto, decidevano di comune accordo di infrangere le norme stradali scegliendo di percorrere una via in divieto d’accesso mentre altri invertendo la direzione di marcia riuscivano a far sciogliere un nodo, durato delle ore, sino a quel momento inesplicabile e che sarebbe rimasto irrisolto senza il buon senso di tutti i presenti.
Come se non cio’ non bastasse dopo alcuni giorni e dopo segnalazioni, protocollate da tempo da esponenti di Nardò Bene Comune, un gruppo scout insieme ai sacerdoti che gli accompagnavano, Don Angelo Corvo e Don Giuseppe Venneri, appartenenti a una parrocchia della vicina Galatone, sono stati costretti a intervenire per cancellare delle ignobili scritte di simbologie fasciste che da giorni rovinavano l’immagine della marina di S. Maria al Bagno. Tutto questo mentre il portavoce del Sindaco ribadiva che la giunta comunale non poteva sprecare del tempo per pensare a questi piccoli graffiti come se la città fosse contenta di evidenziare un’ ideologia che non le appartiene sullo scenario locale, nazionale e internazionale.
Oggi poi, 13 Maggio 2017, come ultima occasione durante la manifestazione dedicata alle mamme e alla Madonna madre Regina, le autorità competenti hanno autorizzato la realizzazione di un tappeto floreale in un contesto ristretto, Via Duomo, che già nell’ultimo anno aveva causato notevoli disagi per le attività commerciali e per i visitatori perchè costretti, questi ultimi, a non poter sostare lungo il percorso per ammirare, con la calma dovuta, le opere degli artisti per non causare code interminabili.
L’esperienza in genere insegna ma questi giovani tuttologi non hanno bisogno di consigli e imperterriti continuano a percorrere senza alcun freno la loro strada costellata di errori. Ancora una volta è dovuto intervenire il “Buon Senso” dei commercianti presenti e la collaborazione di Don Enzo e Don Tommaso per dirimere una questione che stava esasperando gli animi delle persone coinvolte. Da una parte giustamente gli organizzatori che in base alle autorizzazioni ricevute invocavano il diritto di chiudere la soglia delle attività commerciali e dall’altra i titolari, con altrettanta giustificazione, si lamentavano della certezza dei mancati guadagni causati dal disagio provocato dall’evento.
In un momento di riflessione si è pensato bene di spostare di qualche metro l’inizio del tappeto floreare con buona pace di tutti senza che nessuno dei rappresentanti di governo facesse capolino nonostante le richieste giunte da più parti. In questa occasione la nostra Redazione ha raccolto preoccupazioni manifeste, da parte dei cittadini, per il superamento della nottata senza alcun danno dell’opera artistica perchè il centro storico, dopo un certo orario, diventa terreno fertile per vandali, risse, furti e situazioni poco edificanti mancando in modo assoluto qualsiasi controllo.
Tutto questo ci porta ad affermare che la scelta della estemporaneità nelle decisioni organizzative da parte dei nostri amministratori è assolutamente preoccupante, pensare poi che gli stessi abbiano bisogno dell’intervento di Casapound per ridare le risorse idriche a una palazzina della zona 167 ancora più allucinante e dimostra, se ce ne fosse ancora bisogno , l’incapacità oggettiva di questo governo a risolvere, senza aiuti esterni, anche la normale amministrazione.
Nardò sta vivendo un momento tragico dove il territorio è lasciato alla mercè di tutti senza nessuna regola o controllo specifico dove nessuno si riconosce e ognuno si lamenta delle mancate risoluzioni delle problematiche aperte.