Roma,(Agi) Il 25 gennaio Luigi Di Maio, leader del Movimento 5 Stelle, è stato ospite di Agorà su Rai3. Alla domanda se fosse d’accordo con la proposta di centrodestra di carcere per gli evasori fiscali, ha risposto affermativamente e ha aggiunto(min. 54’ 56’’): “Facendo così il centrodestra non si rende conto che manderà in galera il loro leader, visto che Berlusconi è condannato per frode fiscale”.
L’affermazione è forse ironica, ma è l’occasione di chiedersi: in Italia si va in carcere per evasione fiscale? E davvero Berlusconi rischierebbe, in caso di inasprimento delle pene?
Quest’ultimo, in un’intervista con Massimo Giletti su La7 del 22 gennaio, ha specificato meglio la questione, affermando che il carcere per gli evasori verrebbe istituito dopo aver introdotto la flat tax, che avrebbe tra i propri obiettivi anche quello di far emergere una quota significativa di economia sommersa. Non una proposta a sé stante, quindi, ma un corollario di una futura eventuale riforma del sistema fiscale.

Per prima cosa: il carcere per i reati fiscali è già previsto nell’ordinamento italiano e, negli ultimi anni, diverse norme si sono occupate dei reati tributari e delle relative sanzioni. Ad oggi, la norma di riferimento per la repressione dei reati tributari è il D.lgs. 74 del 2000, modificato dal D.l. 138 del 2011e ulteriormente ritoccato dal D.lgs. n. 158/2015, che per ultimo ha reso più severe le pene per i reati tributari.
Oppure la dichiarazione infedele, cioè non fraudolenta ma comunque con dolo del dichiarante, (art. 4): da 1 a 3 anni, se l’imposta evasa è superiore a 150mila euro e se i redditi non dichiarati superano il 10% del totale o comunque i 3 milioni di euro.
Fatte queste premesse, Di Maio ha ragione sulla condanna di Berlusconi. Il primo agosto 2013 la Cassazione ha confermatole condanne del giudice di Appello (maggio 2013) e di primo grado (ottobre 2012) a carico di Berlusconi: quattro anni di reclusione per frode fiscale – tecnicamente “dichiarazione fraudolenta” ex art. 2 D.lgs. 74/2000 – nell’ambito del processo Mediaset.
La pena è stata diminuita a un anno per effetto dell’indulto(approvato nel 2006 per i reati commessi fino ad allora, tra i quali ricadono anche quelli per cui si procedeva nel processo Mediaset) ed è stata scontata al di fuori del carcere per via della legge ex Cirielli, che prevede gli over 70 scontino la pena ai domiciliari o in altri luoghi idonei, salvo alcune eccezioni di particolare gravità (mafia, omicidio, terrorismo etc.).
Dunque è sbagliato sostenere che la proposta del centrodestra manderebbe in carcere Berlusconi: già la legislazione vigente lo prevede in astratto per il reato (frode fiscale, art. 2 del d.lgs. 74/2000) commesso dall’ex Cavaliere. Ma le leggi attuali contengono anche una disposizione, quella della ex Cirielli, che tiene fuori dalle prigioni i colpevoli di reati non gravissimi con più di 70 anni.