Nardò,5 novembre _di COSIMO POTENZA_ Una mattina post evento 4 novembre quella che si respira alle prime luci dell’alba mentre la città quella delle chiacchiere del pettegolezzo e della superbia, sonnecchia ancora. Percorro il centro storico da piazza Salandra lungo corso Vittorio Emanuele. Come ogni mattina non mi risparmio a salutare con un buongiorno i miei concittadini che con cipiglio e abnegazione rimettono in sesto il nostro bellissimo centro storico e credo che chiamarli operatori ecologici sia riduttivo . Silenziosi a volte accompagnati da un paio di cuffiette collegate allo smartphone per rendere meno monotono il lavoro, ligi li a rimettere la parola decoro in quella cultura nostrana di utilizzare il basolato e le bellezze architettoniche come fosse una discarica a cielo aperto. Frutto di quella inciviltà 2.0 che ogni mattina solerti piccoli grandi uomini in divisa arancione cercano di rimettere a posto. Quasi una sfida impari ma loro non mollano sono li a lottare ogni maledetta mattina.
Ma in queste prime ore antimeridiane però qualcosa è meno opprimente del solito. Mentre attraverso piazza Salandra per dirigermi in piazza della Repubblica fa bella mostra di sé il drappo tricolore imponente posto sul prospetto dell’ex pretura. Mi soffermo lo guardo appagato mentre è li in tutta la sua solennità quasi a suo agio tra quella magnificenza . Connubio che andrebbe riproposto più spesso a mio modesto parere. Ripercorro i momenti salienti della giornata che la mia, la nostra città ha dedicato al 4 novembre. Bandiere tricolori, vessilli ,medaglieri , uomini in divisa, istituzioni locali , associazioni e gente comune viva, partecipe e l’immancabile banda musicale ad alimentare il senso di patria e di aria di festa. Istanti immortalati da immagini che si materializzano testimonianza di un momento solenne sancito dalla nostra amata Costituzione . Il ricordo dei caduti della prima guerra mondiale, cento anni dalla sua fine, nella lapide incompleta posta nel prospetto destro dell’ex pretura dove ora una corona con la fascia tricolore testimonia l’omaggio appena licenziato, dal monumento dedicato ai caduti di piazza Umberto al monumento della guardia di Finanza nell’omonimo largo presso piazza Castello. Tutto è un istante per non porre nel dimenticatoio umano la nostra storia patria e onorare chi ha sacrificato la vita per il nostro paese. Momenti in luogo termine che racchiude un tempo, un luogo che racconta perfettamente chi siamo da dove veniamo e sinceramente non è cosa da poco se il drappo tricolore è li a ricordarlo.
Le campane dell’orologio dell’ex pretura mi richiamano al mio quotidiano cammino e non vi nascondo che avrei preferito restare ancora un attimo in più a godermi la piazza nel suo silenzio assordante mentre il lento scrosciare dell’acqua della fontana del toro e la ramazza che scudiscia il basolo sono l’unico effetto sonoro che a breve verrà soffocato dal rumore cafone della vita di tutti i giorni …