Il discorso di Mario Draghi è stato molto più dettagliato di quello che chiunque si aspettasse ed è stato un discorso interessante e di spessore, con un doveroso ringraziamento a
Giuseppe Conte
, l’uomo, il politico, il presidente che ha gestito con determinazione e garbo una crisi tremenda e senza precedenti. Ho apprezzato il discorso perché proiettato verso la responsabilità nazionale e perché ha speso molte parole per l’ambiente e per i giovani e anche per il turismo culturale e sostenibile.
Ma anche perché ha citato con forza il sud.

Certo noi tutti, soprattutto qui al sud, vigileremo, perché qui si gioca il futuro dei nostri paesi e delle nostre città. Il futuro del Sud, per il quale Draghi ha parlato di “irrobustire le amministrazioni territoriali”, preludendo un impegno per aumentare gli strumenti della pubblica amministrazione e anche per sostenere in ogni modo il lavoro qui al Sud, dove il lavoro più che un bisogno è una fame, una necessità.
Un impegno che ho apprezzato anche per il riferimento alla parità di genere, da ottenere proprio attraverso un’attenzione alle donne, che nel lavoro e con il lavoro, possono costruire una vera parità di genere. Le donne sono una miniera d’oro per il nostro mondo. Dobbiamo impegnarci perché ognuno, uomo o donna, possa avere le stesse opportunità.
E poi l’attenzione per l’ambiente, con un riferimento anche alle parole di Papa Francesco.
Ben venga questa fortissima attenzione da parte di Mario Draghi.
Infine voglio citare il riferimento ai fondi europei e al dovere di ogni cittadino di ottenerne l’impiego sul proprio territorio. Io, nel mio piccolo, con i miei collaboratori, in questi anni ho fatto il massimo perché ciò avvenisse, per spendere questi fondi e spenderli bene.
Raramente commento la politica nazionale, impegnato come sono nel proteggere e sostenere il territorio di Nardò. Ma la storia d’Italia sta cambiando in queste ore e ognuno di noi dev’essere parte del cambiamento. Per far crescere la nostra comunità, locale, nazionale ed europea.
“𝐿𝑒 𝑡𝑟𝑎𝑔𝑒𝑑𝑖𝑒 𝑛𝑎𝑡𝑢𝑟𝑎𝑙𝑖 𝑠𝑜𝑛𝑜 𝑙𝑎 𝑟𝑖𝑠𝑝𝑜𝑠𝑡𝑎 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑡𝑒𝑟𝑟𝑎 𝑎𝑙 𝑛𝑜𝑠𝑡𝑟𝑜
𝑚𝑎𝑙𝑡𝑟𝑎𝑡𝑡𝑎𝑚𝑒𝑛𝑡𝑜. 𝐸 𝑖𝑜 𝑝𝑒𝑛𝑠𝑜 𝑐ℎ𝑒 𝑠𝑒 𝑐ℎ𝑖𝑒𝑑𝑒𝑠𝑠𝑖 𝑎𝑙 𝑆𝑖𝑔𝑛𝑜𝑟𝑒 𝑐ℎ𝑒 𝑐𝑜𝑠𝑎 𝑝𝑒𝑛𝑠𝑎, 𝑛𝑜𝑛 𝑐𝑟𝑒𝑑𝑜 𝑚𝑖 𝑑𝑖𝑟𝑒𝑏𝑏𝑒 𝑐ℎ𝑒 𝑒̀ 𝑢𝑛𝑎 𝑐𝑜𝑠𝑎 𝑏𝑢𝑜𝑛𝑎: 𝑠𝑖𝑎𝑚𝑜 𝑠𝑡𝑎𝑡𝑖 𝑛𝑜𝑖 𝑎 𝑟𝑜𝑣𝑖𝑛𝑎𝑟𝑒 𝑙’𝑜𝑝𝑒𝑟𝑎 𝑑𝑒𝑙 𝑆𝑖𝑔𝑛𝑜𝑟𝑒” (Papa Francesco)