Vergognoso al Cibali. Parafrasando la famosa locuzione pronunciata dal telecronista Sandro Ciotti, il Consiglio comunale neretino decide di non intitolare la sala consiliare all’ex assessore Renata Fonte, assassinata il 31 marzo del 1984…
sotto la sua abitazione mentre rientrava a casa, proprio dopo una seduta del Consiglio comunale, come richiesto dalla mozione del consigliere comunale di Andare Oltre, Pippi Mellone, sottoscritta da una serie di associazioni tra cui “Libera” di don Luigi Ciotti.
Una decisione che può sorprendere il “cittadino qualunque” ma non chi segue i lavori dell’Assise consiliare e conosce i nostri amministratori. Il primo cittadino ha vergognosamente proposto il ritiro della mozione offendendo la memoria di Renata e i suoi lo hanno seguito, come al solito, acriticamente. Hanno votato a favore del rinvio e quindi contro la proposta di intitolazione in 10, a favore solo 4 e tre cuor di leone si sono astenuti. Per l’intitolazione, a parte il proponente, il consigliere Mellone, hanno votato i colleghi Maccagnano, Capoti e Calabrese.
Un plebiscito quello contro l’intitolazione all’assessore repubblicano, vittima di mafia (locuzione usata dal Ministero dell’Interno) che non può non richiamare alla memoria “le pedate di Dio” che don Ciotti rivolse ai neretini. A meritarsele paiono essere, infatti, non i neretini ma i nostri amministratori, o perlomeno la maggior parte degli stessi. Una maggioranza trasversale da Monopartito che non sorprende.
Durissimo in aula il consigliere Mellone che ha sostenuto: “Ho più volte affermato (ma probabilmente non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire) che nulla ha a che fare, a mio modesto avviso, l’omicidio di Renata con la battaglia per la creazione del Parco di Portoselvaggio i cui meriti vanno riconosciuti e ascritti ai tanti che facevano, prima del 1980 (anno di istituzione del Parco) attività politica, associativa e ambientalista. Discorso differente va fatto per le successive lottizzazioni contro cui Renata sicuramente si battè, insieme ad altri, a partire dal 1982 (anno della sua elezione in Consiglio comunale).La domanda da porsi è: Renata Fonte sarebbe stata uccisa se non fosse stata impegnata in politica? Sarebbe stata uccisa se non fosse stata amministratrice di questo Comune? Le risposte, a me e a tutta la cittadinanza, paiono ovvie come ovvio dovrebbe essere il vostro voto se non foste offuscati da logiche becere da Monopartito, dall’ossessione dell’esposizione mediatica del sottoscritto, divenuta ormai un problema per chi era abituato a non avere oppositori. La state uccidendo un’altra volta, state tentando di cancellarne il ricordo ma la Nardò migliore, ancora una volta, si ribellerà”.
Comunità Militante
Andare Oltre