Dallo STATUTO del Comune di Nardò…
“Al Presidente, che rappresenta il Consiglio Comunale, competono: ………………………………………………..omissis……………………………………..
c) la fissazione dell’O. d. G. del Consiglio, inserendo le questioni richieste dal Sindaco o da 1/5 dei Consiglieri Comunali.
d) la convocazione dei Dirigenti e Funzionari del Comune per assumere informazioni e consulenze sulle pratiche di competenza del Consiglio e per la loro partecipazione alle attività funzionali al Consiglio e alle sedute dello stesso. ………………………………………omissis……………………………………….
13. Il Presidente tutela le prerogative dei Consiglieri e garantisce l’esercizio effettivo delle loro funzioni, assicurando adeguata e preventiva informazione sugli argomenti da trattare. “
Dallo Statuto si evince chiaramente quali sono i compiti e i doveri del Presidente.
Egli ha il potere di Convocare il Consiglio su argomenti concordati d’intesa col Sindaco o su richiesta di 1/5 dei Consiglieri comunali.
Il Presidente ha tra l’altro il potere di convocare Dirigenti e Funzionari al fine di far assumere le dovute informazioni e consulenze, sulle pratiche di competenza del Consiglio, in modo da rendere la partecipazione dei Consiglieri attiva, competente, opportunamente documentata..
Da ciò discende che la presenza dei Dirigenti durante la convocazione del Consiglio non sia solo una gratuita e graziosa partecipazione quanto invece un obbligo morale e professionale di assistere le pratiche in approvazione o svolgimento.
Nessuna tolleranza sulle assenze (tranne i casi di forza maggiore) è consentita specie dagli addetti al settore di cui sono in discussione o approvazione le relative pratiche amministrative.
Il Consiglio peraltro si programma per tempo per cui tutti hanno la possibilità di conoscere in anticipo il calendario e quindi disimpegnarsi onde evitare situazioni di rinvio o di mancato chiarimento degli argomenti per assenza o mancata avvenuta sostituzione.
Il Dirigente peraltro ha interesse ad essere presente, per capire meglio e conformare la propria azione sulle finalità che la volontà del C.C. intende realizzare, evitare o vietare.
Il Dirigente, un vero Dirigente, se vuole essere tale deve vivere interiormente la sua qualifica, deve immedesimarsi nei problemi e nelle aspettative della comunità, deve essere Dirigente in ogni circostanza e momento, né si possono accettare latitanze, superficialità, atti di comodo, orari particolari, bandi pubblici aggiranti la legge, ma tutto deve essere svolto e articolato nel rispetto più scrupoloso della legislazione esistente e della etica umana e professionale, in tutta onestà e coscienza.
La Città cresce, si sviluppa, si valorizza , si libra quando l’attività amministrativa è chiara, trasparente, coinvolgente, sicura e verificabile al di là delle pressioni personali degli amministratori, di quelle amicali, parentali o scomode.
Un Dirigente deve mettere a disposizione dell’Amministrazione tutte le sue doti professionali, le sue conoscenze teoriche e tecniche, la sua creatività e fantasia, il suo cuore oltre l’ostacolo, senza limiti di tempo, per offrire, suggerire, realizzare, (anche contrastare, se opportuno, eventuali scelte o decisioni scellerate) percorsi, progetti, metodiche e tempi utili e conformi al Programma voluto e votato dal popolo (anche se l’attuale politica va in senso contrario).
Lo Statuto, le leggi sul personale, lo stipendio omnicomprensivo indicano chiaramente le competenze, le collaborazioni, il rispetto dei ruoli, le presenze e coinvolgimento che detto personale deve mettere in campo per essere efficienti, produttivi ed efficaci.
I Dirigenti sono le teste tecnico sociali dello sviluppo del Paese e della Collettività.
L’Apparato comunale, unitamente ai Dirigenti, sono responsabile dell’attuazione delle linee programmatiche che il Consiglio approva all’inizio del suo insediamento e che annualmente aggiusta in corso d’opera (marzo e settembre).
Tecnici programmatori, progettuali e di direzione dei lavori di tutte le attività amministrative sono i Dirigenti che rispondono anche dell’operato dei Collaboratori (specie quando vi sono errori o omissioni).
Gli Amministratori devono indicatori linee e obiettivi, seguire e controllare i tempi, agevolare le fasi, risolvere politicamente eventuali nodi economico amministrativi sia di ordine generale che particolare.
Come il Sindaco è responsabile e primo motore dell’andamento politico e amministrativo cosi il Dirigente è responsabile di tutto ciò che avviene nel bene o nel male nella realizzazione degli affari del proprio settore.
I Dirigenti sono responsabili da lodare per le cose andate a buon fine e da penalizzare per quelle stoppate, andate male, ritirate o dannose per l’amministrazione, né possono nascondere la propria negligenza o non fare dietro lo scudo degli amministratori (anche se spesso interferenti)..
Il gioco è scoperto, ogni Amministratore, Dirigente o Dipendente deve assumersi le proprie responsabilità.
Come ogni Assessore incapace o inadempiente o arruffone va mandato a casa così deve essere per i Dirigenti e i suoi collaboratori.
Le Ripartizione non possono essere camere stagne chiuse e “privè” ma spazi comuni interconnessi e inter comunicanti che guardano con “occhio” l’insieme “Città”, la sua maturazione , il suo sviluppo culturale, economico, sociale e solidale.
Sullo svolgimento del Programma i Dirigenti hanno, attraverso la loro puntuale Conferenza, la possibilità di raccordare i vari settori in maniera che l’evoluzione sia armonica, concreta, fattiva e riconosciuta dalla comunità (di cui anch’essi fanno parte).
Si sottolinea che i Dirigenti hanno molta responsabilità nella realizzazione del Programma e che non è più il tempo di celarsi dietro il Governo cittadino, la politica o i partiti per disinteressarsi, mostrare scarso entusiasmo, poco impegno e lasciar correre.
La Città è di tutti ma i Dirigenti e l’Apparato sono gli operatori concreti ai quali viene demandato il compito creativo e produttivo di renderla sempre più bella, vivibile e godibile.
Non vi sono scuse per nessuno, né per gli Amministratori, né per i Partiti, né per la Coalizione e neppure per l’Apparato nel suo complesso .
E’ tempo ormai di futuro, di responsabilità, di diritti dei cittadini ma anche di doveri morali, professionali, politici e amministrativi SE VOGLIAMO SALVARE L’INTERO PAESE.