Il Museum of the Order of St John in Londra ha fatto da cornice all’inaugurazione ufficiale della mostra fotografica Storie di Amicizia. La cerimonia di apertura ha idealmente riunito la comunità britannica e quella italiana per ripercorrere alcuni degli avvenimenti umanamente piú significativi delle fasi finali della Seconda guerra mondiale.

L’unicità di Storie di Amicizia, infatti, consiste nel mettere in risalto l’incrocio tra le storie personali di uomini e donne comuni, nonché sul loro modo di percepire gli avvenimenti dell’epoca, offrendo uno spaccato inedito sul periodo compreso fra il 1943 e il 1945, quando l‘armata inglese raggiunse le coste meridionali della penisola italiana.

 

La serata si è incentrata sul susseguirsi di vari interventi, a partire dai saluti istituzionali posti dall’Ambasciatore d’Italia per il Regno Unito, S.E. Pasquale Terracciano, il quale ha voluto esprimere il suo apprezzamento per il lavoro svolto da Accademia Apulia e per il supporto finanziario ed organizzativo offerto da Regione Puglia e dai GAL pugliesi. Di non minore importanza è stato l’intervento di Mark Whitmore, direttore dell’Imperial War Museum, il cui contributo è stato fondamentale sin dalle fasi di ideazione di Storie di Amicizia, condividendone gli obiettivi e mettendo a disposizione dei ricercatori di Accademia Apulia il prezioso materiale custodito negli archivi del museo. La cerimonia inaugurale è stata inoltre impreziosita da un inquadramento storico, presentato dal Prof. Vito Antonio Leuzzi, sul ruolo ricoperto da Radio Bari nel processo di liberalizzazione dell’informazione nell’Italia che si avviò nelle fasi immediatamente successive alla firma dell’Armistizio.

 

Gli scatti fotografici della mostra, arrivati dall’Italia a cura di ‘ Stampasud ’, testimoniano come anche nella desolazione più buia della guerra possa esserci spazio per quei valori positivi – in particolare la fratellanza e la solidarietà – che forgiano l’animo umano in modo universale, senza riguardo per la nazionalità o lo status sociale. Tale messaggio trova il suo compimento nelle tre testimonianze che hanno più emotivamente coinvolto il pubblico presente in sala, stimolando allo stesso tempo la riflessione personale. David Perryman, figlio di un soldato dell’armata britannica che perse la vita a San Severo, in Puglia, ha voluto commemorare il sacrificio del padre e di tutti coloro che resero possibile la liberazione dell’Europa dall’oppressione nazi-fascista e dunque la nascita della democrazia in Italia. Il suo racconto, a tratti struggente, narra della sua ferma volontà di recarsi in Puglia alla ricerca della tomba di suo padre, che vide per l’ultima volta quando aveva appena quattro anni. David riuscí a coronare il suo sogno, nel 1989, quando raggiunse il cimitero militare Torino di Sangro, potendo cosí finalmente “versare quelle lacrime trattenute per quaranta anni”, confortato però dalla certezza che “lo spirito di suo padre si trova a San Severo”. Le parole di gratitudine rivolte agli organizzatori esprimono, senza la necessità di aggiungere ulteriori commenti, il senso intrinseco e più profondo di Storie di Amicizia: “Ringrazio Accademia Apulia per avermi trovato nella città di Preston e per avermi fornito le fotografie del funerale di mio padre, celebrato a San Severo. Queste erano fotografie che non avevo mai visto prima”.

 

Gli affetti familiari che, seppur duramente colpiti dalla guerra, si rivelano ancora oggi in grado di creare un ponte tra vincitori e vinti, tra Regno Unito ed Italia, costituiscono il fil rouge che emerge nel discorso del Prof. Giuseppe Clemente. Il punto di vista offerto è diametralmente opposto rispetto al precedente, ovvero quello della gente italiana che esterna l’entusiasmo e la gratitudine nei confronti dei liberatori britannici. Ed é cosí che si fa strada la storia toccante di una madre di San Severo che, nel 1943, assiste impotente alla tristezza ed alla desolazione di un soldato inglese di fronte alla culla in cui giace il figlio della donna – immagine che gli riporta dolorosamente alla mente sua moglie e suo figlio, entrambi vittime della guerra. Ancora una volta, i sentimenti umani travalicano le uniformi e persino le barriere linguistiche, riunendo in un abbraccio di supporto e comprensione reciproca coloro che fino a qualche giorno prima potevano considerarsi reciprocamente ‘nemici’.

 

 

A conclusione dello spazio dedicato alle testimonianze, Mila Kemp, figlia del caporale Philip Kemp, ha voluto condividere con il pubblico la storia d’amore che può essere considerata a tutti gli effetti l’emblema del progetto fotografico Storie di Amicizia. Gli innumerevoli matrimoni che si celebrarono tra militari britannici e donne italiane sono probabilmente il simbolo più immediato e visibile solidi legami umani che si forgiarono tra le rispettive comunità nel difficile contesto della guerra. Le parole di Mila descrivono la storia di un soldato trasferitosi a San Severo dalla Tunisia e favorevolmente colpito dall’accoglienza riservata a lui ed ai suoi commilitoni dalla popolazione locale: le famiglie di San Severo accoglievano i soldati inglesi nelle loro case, condividendo con loro il poco cibo che avevano. In questo contesto familiare pervaso dall’altruismo più sincero, Philip incontro’ una giovane maestra, Pia, a cui chiese di dargli lezione di italiano. Il loro rapporto diede origine dapprima ad una solida amicizia, poi ad un legame più profondo che spinse il caporale Philip a rivolgersi al padre di Mila per chiedere la mano di sua figlia. I due giovani diedero compimento al loro desiderio di sposarsi nel 1947 e si stabilirono nel Regno Unito, dando vita ad uno dei tanti nuclei familiari che nacquero in circostanze – quelle della seconda guerra mondiale – apparentemente inconciliabili con il sentimento dell’amore e con il matrimonio. Citando le parole conclusive di Mila: “Mi trovo qui stasera a testimonianza di come l’amore sia davvero universale. Continuerà a risplendere attraverso ogni sorta di difficoltà, a prescindere dalla nazionalità e dalle uniformi o grado militare.”

 

Le testimonianze di coloro la cui vita è stata in qualche modo direttamente influenzata dagli eventi della guerra, unitamente alla forza visiva della collezione fotografica ‘Storia di Amicizia’, hanno contribuito in maniera efficace al raggiungimento dell’obiettivo di fondo che ha ispirato l’intera iniziativa. Come sottolineato in maniera efficace da Angelo Iudice – Presidente di Accademia Apulia, nonché ideatore dell’intero progetto – Storie di Amicizia mira a “conservare memoria di un grandioso patrimonio culturale ed umanitario in modo tale da poterne trasmettere gli insegnamenti ed i valori più profondi alle nuove generazioni.”

 

Ma e’ stata la sezione speciale dedicata ai profughi ebrei che ha arricchito la mostra. Tra il 1943 e il 1947 migliaia di profughi ebrei, sopravvissuti ai campi di sterminio nazisti, furono accolti a Santa Maria al Bagno in Puglia. Da qui, intrapresero poi il viaggio verso il nascente stato di Israele. Essi trovarono grande sollievo nell’ospitalità pugliese e nel caldo sole del sud. Diversi edifici pubblici e privati furono requisiti e destinati a nuovi scopi. Per esempio, in Santa Maria al Bagno, il Bar Piccadilly nella piazza principale diventò la sinagoga e la Masseria Mondonuovo il ‘Kibbutz Elia’. Nel corso della loro permanenza a Santa Maria al Bagno, molti profughi ebrei entrarono in contatto con la gente del luogo e con i soldati britannici, creando in tal modo preziose occasioni di dialogo e scambio interculturale. Tutte le foto di questa sezione provengono dall’archivio di Paolo Pisacane che ha collaborato alla realizzazione della mostra.

 

Diverse sono le personalità del panorama istituzionale e culturale che hanno arricchito la platea della loro presenza. Si citino, tra gli altri, SE l’Ambasciatore d’Italia per il Regno Unito Pasquale Terracciano, il Console Generale Dott. Massimiliano Mazzanti, la Viscontessa Maria Carmela Hambleden, Michael Pritchard – direttore della Royal Photographic Society, Theresa Debono – sindaco di Islington e Richard Field – sindaco di Wandsworth.

 

Tra gli esponenti istituzionali della nutrita rappresentanza pugliese giunta a Londra per l’occasione, vi erano l’On. Elena Gentile, europarlamentare, la Dott.ssa Giovanna Genchi, dirigente della Regione Puglia , il Dott. Alberto Casoria, presidente del GAL Meridaunia e il Prof. Vito Anotnio Leuzzi, Direttore dell’Istituto dell’Antifascismo e della Storia contemporanea della Puglia .

 

Il progetto e’ stato finanziato dal Servizio Pugliesi nel Mondo e da 29 Gruppi di Azione Locale pugliesi guidati dal GAL Meridaunia.

 

La mostra a cura, tra gli altri, del prof. Antonio Leuzzi e di Paolo Pisacane, sarà in Puglia a fine anno

 

Storie di Amicizia – mostra fotografica

Museum of the Order of St John

St John’s Gate

London

EC1M 4DA

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