Finalmente ci siamo il governo Renzi ha deciso, con estremo ritardo secondo l’opposizione , ma comunque nei termini ultimi previsti dalla legge, di stabilire nel 4 Dicembre 2016 la data in cui gli italiani si recheranno alle urne per decidere se stravolgere o meno la carta costituzionale. Legge fondamentale scritta da un gruppo di studiosi , politici e personalità illustri scelti tra le migliori menti pensanti dell’epoca.

 

Fa rabbrividire il solo pensiero che un parlamento dichiarato illegittimo dalla sentenza della Corte Costituzionale 1/2014 , pieno di indagati per mafia e reati che si configurano nel malaffare finanziario, possano decidere autonomamente e senza consultare le opposizioni di distruggere impunemente quel fulcro inossidabile attorno al quale ruota stabilmente l’ingranaggio legislativo del nostro paese.

Sicuramente i fautori di questo pastrocchio all’italiana difenderanno il loro operato adducendo che tra le motivazioni della sentenza la stessa corte prevede , per non bloccare il sistema amministrativo, di applicare la regola che esplicita il principio di continuità dello Stato e di fatto procura al governo il mezzo per continuare il suo lavoro.

Certamente una deroga che sancisce il proseguimento del mandato rimane sempre un limite posto all’operatività del parlamento che se da una parte, seguendo le indicazioni formulate dalla sentenza e nel pieno rispetto della costituzione, munisce lo stesso dello strumento necessario per riscrivere una nuova legge elettorale dall’altra non concede sicuramente il permesso di cui si arroga l’esecutivo di incidere in maniera sostanziale su una legge fondamentale del nostro diritto legislativo.

Ora la strategia Renziana di elargire dei piccoli benefici per occultare le porcate commesse già attuata con successo in altre situazioni , con l’aiuto efficace di media , carta stampata e talk show, è già all’opera per deviare l’attenzione sui bonus apparenti concessi dalla riforma e celare i diritti preclusi con queste modifiche costituzionali . Nel corso degli anni abbiamo subito senza ribellarci le conseguenze di queste revisioni governative a partire dall’eliminazione delle provincie che nella sostanza hanno esclusivamente tolto ai cittadini il diritto di scegliere i propri rappresentanti lasciando invariato l’apparato burocratico.

Per non dimenticare il job act che ha regalato alle imprese un contratto di lavoro senza tutele per chi lo subisce. Come non parlare, inoltre, della” Buona scuola” che fa ripiombare lunghi anni di lotte studentesche e del corpo docente nell’epoca fascista durante la quale era il preside il deus ex machina che sceglieva inopinatamente i professori e dettava l’indirizzo delle idee e delle linee programmatiche da attuare nella propria scuola. Che dire poi del raggiro del bonus degli ottanta euro osannati nel momento dell’elargizione e ripresi con gli interessi subito dopo con l’aumento delle tassazioni indirette.

La lista di queste bugie utilizzate per rendere meno amara la pillola da ingurgitare sarebbe molto lunga da stilare, mi limito a indicare la distruzione del sistema sanitario pubblico a vantaggio del privato, lo stato di polizia creato, a cui siamo sottoposti, forte con chi protesta ed innocuo con chi delinque, per finire alla cieca ricerca di fondi da prelevare da chi è oramai sul lastrico dimenticando scientemente chi queste ricchezze le possiede.

Entrando nel merito delle “Ragioni del NO” vi è’ da mettere in luce, nella riforma referendaria, la totale mancanza di contrappesi necessari in ogni democrazia che si rispetti.

Dare al governo la possibilità di non avere ostacoli in ogni iniziativa proposta significa riproporre il sistema fascista in chiave moderna e garantire al Premier di turno, designato dai poteri forti, di attuare una politica dittatoriale senza argini che lo possano contenere. Modificare la costituzione ultimo baluardo rimasto per garantire al cittadino il giusto equilibrio nell’attuazione delle leggi significa togliere ogni garanzia al popolo nel vedere la giustizia continuare ad essere equa e non sbilanciata a favore della parte più forte.

Svuotare il senato,poi, del potere di porre freno al volere del parlamento significa poter legiferare senza alcun controllo ed impedimento , lasciare un organo senza alcun potere di incidere sul lavoro governativo diventerebbe uno spreco di risorse per salvaguardare gli interessi di pochi eletti .

Le riforme vanno fatte ma le necessità emerse negli ultimi anni sono quelle di stabilire con certezza i pesi ed i contrappesi , il controllo ed i controllori affinchè la macchina amministrativa possa continuare il suo percorso potendo individuare le singole responsabilità e comminare le giuste sanzioni quando emergono delle colpe soggettive nell’apparato preso in considerazione.

Tra le altre “Porcate” previste dalla nuova riforma non dimentichiamo che per proporre un referendum serviranno 800 mila firme, contro le 500 mila attuali. Dopo le prime 400 mila la Corte costituzionale darà un parere preventivo di ammissibilità. Per quanto riguarda invece la presentazione di progetti di legge di iniziativa popolare, il numero di firme necessarie è triplicato, da 50 mila a 150 mila.

Se ad oggi ogni iniziativa popolare, vedi referendum rimborsi elettorali ai partiti e dell’acqua come bene pubblico, viene puntualmente disattesa e raggirata da esperti manovratori domani togliendo anche la possibilità referendaria questo sforzo per i marpioni della politica non sarà più necessario ed avranno campo libero nel gestire il malaffare senza alcun controllo.

Rivolgo per finire un accorato appello ai lettori ed ai cittadini fate una ricerca personale per individuare i pro e i contro di questa riforma costituzionale non soffermatevi al sentito dire o alle verità indotte declamate dalla tv o dai giornali perchè il rischio di una dittatura e di una guerra civile è molto più alta di quello che può apparire ed il valore di una croce sul simbolo giusto può essere fondamentale per garantire il nostro futuro e quello delle nuove generazioni. #iovotoNO

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Ultimo aggiornamento: 02/01/2025
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