Le cronache di questi giorni che giungono da Roma , molte volte strumentalizzate ,a dovere, da pennivendoli di dichiarata estrazione politica, mette a fuoco uno dei problemi , giusto per evidenziare di quanto altri, di problemi, attanagliano la capitale che oggi è retta da un sindaco Pentastellato. L’argomento è la candidatura alle olimpiadi del 2024 di Roma, Capitale.

La questione di candidatura si o candidatura no, appare nelle mani dei “Pentastellati” per quello che è: “non è una necessità”!.

Problemi ben più seri attanagliano la Capitale che appena ieri è uscita da scandali di corruzione e affini da far impallidire i più incalliti dei delinquenti dichiarati non sotto mentite spoglie di colletti bianchi e affini.

Il sindaco Raggi vittima della gogna mediatica di chi alimenta la stampa e ,guarda caso, ha grossi interessi economici nell’indotto infrastrutture che un evento di respiro mondiale comporta.

La fotografia, o meglio l’istantanea, temporale che ne viene fuori non è delle più rosee. Con ogni mezzo si cerca di demolire la credibilità , spulciando nel suo passato , di chi non è nel sistema oliato della macchina capitolina che sino ad oggi ha vergognosamente demolito l’etica e quella democrazia partecipata che appare, alla luce della denuncia del Sindaco di Roma più un grido nel vuoto che un monito per coscienze sempre più anestetizzate.

In questo bailamme di ipocrisia si eleva la proposta che sa di provocazione, di riscatto socio economico del nostro dimenticato sud.

Il governatore della Puglia Emiliano che provoca,anche per una visibilità inaspettata, i poteri forti, quelli dai mille volti e dai mille interessi che snaturano i valori ,latitanti ,di questa Italidiota.

Proporre, come alternativa, alla candidatura delle olimpiadi del 2024 la città di Roma, non una ma ben tre regioni per convogliare infrastrutture necessarie che altrimenti restano il solito e stantio miraggio per noi gente confinata al sud.

Provocazione bella e buona di nessun interesse per le fortissime lobby che ruotano intorno,famelici, al pressapochismo politico che alberga a Roma.

Provocazione che, purtroppo per i furbetti, diventa pane per i social, per l’informazione libera,tanto da fare il giro dell’informazione globalizzata per riportare a conoscenza come i panni sporchi, e non solo, vengono esposti alla mercee di un europa, del mondo intero dove l’italiano non è solo pizza e mandolino ma anche quella corruzione e quella mafia che affossa ciò che di buono resiste,ancora, in noi cittadini sani e incensurati …

Quindi non meravigliamoci più di tanto se tutti ci ridicolizzano a tal punto che anche nelle tragedie ci prendono per il naso con vignette che offendono la dignità umana.

Forse sarebbe opportuno legalizzare questo status quo? Rimettere, per esempio, le mani nella nostra carta costituzionale e riscrivere il primo articolo?

Articolo 1 : L’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro … dei disonesti … dopo tutto nulla è come appare …

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